Bostrico, in Trentino colpiti 5300 ettari di bosco: e non è finita
L’insetto del dopo-Vaia ha attaccato oltre 594 mila metri cubi di legname. Previsto un aumento nel 2022: piano d'azione per contenerlo
TRENTO. Un nuovo Piano per contenere la diffusione del bostrico tipografo, l’insetto che rappresenta un pericolo per i boschi del Trentino ed in particolare per le foreste delle zone più colpite dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018.
Secondo i dati del monitoraggio (aggiornato al 2021) nell’ultimo triennio il bostrico ha attaccato oltre 594 mila metri cubi di legname, pari a circa il 15% dei danni provocati da Vaia, su una superficie complessiva di 5.300 ettari. I distretti forestali più colpiti sono quelli di Cavalese, Primiero, Borgo Valsugana e Pergine Valsugana.
Le 228 trappole installate sul territorio provinciale, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, rappresentano una preziosa fonte di informazioni per conoscere la diffusione e l’evoluzione del bostrico e per attivare in tempo adeguate misure di controllo e mitigazione.
Secondo le previsioni del Servizio foreste della Provincia, la diffusione del bostrico in Trentino è destinata a proseguire ancora qualche anno. Le esperienze dei Paesi a nord delle Alpi, interessati in passato da estesi danneggiamenti dei boschi per schianti da vento, hanno dimostrato che le ‘pullulazioni’ durano in media 5-6 anni, con la massima infestazione nel secondo e terzo anno e una riduzione progressiva in quelli successivi. Nel 2021 le trappole che hanno segnalato il superamento della soglia “epidemica” delle catture, pari a 8.000 individui per ogni “casetta” ed indice di popolazioni in fase di rapida crescita, sono state il 77%.
Sulla base di tali risultati è plausibile un ulteriore aumento dei danni nel 2022, specialmente nel Trentino orientale, anche come conseguenza dell'inverno e della primavera appena trascorsi, che sono stati piuttosto caldi. Nell'ultimo mese il volo degli insetti che hanno superato l'inverno è stato molto intenso e le catture medie per trappola a livello provinciale hanno superato i 10.000 individui, valore elevato se si considera la fase ancora precoce della stagione. L'annata, da un punto di vista entomologico, si prospetta quindi difficile.
Sulla durata effettiva dell'infestazione, e quindi sui danni complessivi, oltre alla velocità di asportazione delle piante contenenti gli insetti, incidono molto gli andamenti meteorologici più o meno favorevoli. Estati fresche e piovose accrescono la resistenza delle piante, mentre un effetto contrario può derivare da periodi caldi e siccitosi. Anche gli antagonisti naturali del bostrico, come predatori (coleotteri e picchi), parassitoidi (vespe) e funghi contribuiscono a far rientrare le fasi di picco.
L'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico. Nel caso invece le chiome siano già arrossate o grigie può essere conveniente, in determinati casi, lasciare le piante in bosco a protezione di quelle ancora sane delle aree circostanti. L'individuazione di nuovi focolai è assicurata dal personale forestale che, nello svolgimento delle proprie funzioni, garantisce in modo continuativo la sorveglianza sul territorio.
Intanto, lo scorso mese di aprile è stata avviata una sperimentazione in collaborazione con la Fondazione Mach, per l’impiego del modello Phenips messo a punto e gestito dall’Istituto di Entomologia dell’Università di Vienna, con la quale è stato stipulato un accordo biennale. Per l’utilizzo del modello vengono utilizzati i dati meteorologici di temperatura, precipitazione e radiazione solare di 31 stazioni meteorologiche della rete di MeteoTrentino e 21 stazioni meteorologiche della rete della Fondazione Mach. Sulla base di queste informazioni, il modello fenologico Phenips simula le variazioni spaziali e temporali nello sviluppo stagionale del bostrico tipografo, con le attività di sciamatura, le infestazioni delle piante ospiti ed i ritmi di sviluppo delle generazioni.