Alpinista disperso in Patagonia, ricerche riprese con i droni

Il piemontese Corrado Pesce colpito venerdì da una scarica di sassi e neve sul Cerro Torre



BUENOS AIRES. Le ricerche dell'alpinista italiano Corrado "korra" Pesce, bloccato dal 28 gennaio su una difficile parete del Cerro Torre, nella Patagonia argentina, ferito e senza equipaggiamento, sono riprese oggi, domenica 30, grazie ad un improvviso miglioramento delle condizioni atmosferiche.

Lo ha appreso l'ANSA da fonti a El Chaltén, località base per le spedizioni alpinistiche riguardanti le vette del Parco nazionale Los Glaciares.

Ieri Carolina Codó, coordinatrice della Commissione di soccorso che guida le operazioni di soccorso, aveva detto che le ricerche erano state sospese per le proibitive condizioni atmosferiche. Inoltre secondo la stessa Codó, che ha ricevuto informazioni dallo scalatore argentino Tomás Aguiló che si trovava con Pesce quando è caduta una valanga di pietre e neve, era quasi impossibile che l'italiano potesse resistere a lungo alle basse temperature esistenti sul posto.

Stamani comunque, a quanto si è appreso, i soccorritori hanno potuto mandare in volo alcuni droni con l'obiettivo di localizzare l'alpinista, e poterlo quindi raggiungere. Al momento non si conoscono i risultati di questa ricerca. Intanto l'ambasciata e il consolato generale di Bahía Blanca, guidato da Samuele Fazzi, confermano l'esistenza di "una situazione molto complicata" e continuano a seguire il lavoro dei soccorritori, fra cui un gruppo di oltre 30 volontari, integrato da esperti scalatori internazionali, che possono operare solo se le condizioni atmosferiche lo permettono.

Infine l'ambasciata d'Italia mantiene stretti contatti con la gendarmeria nazionale e l'esercito argentini che contribuiscono con il personale del Parco nazionale alle ricerche. 

Le speranze sono ridotte a un lumicino, come testimoniato dal messaggio sui social della sorella di Corrado: “Non riesco a crederci, hai portato via una parte di tutti noi”.













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