Maxirissa e molestie, grazie ai video si stringe il cerchio sul branco del Garda
Botta e risposta tra sindaci che si rimpallano le responsabilità. Zaia chiede che venga abbassata la soglia della punibilità
IL 2 GIUGNO: Fra urla e danneggiamenti
IL FINE SETTIMANA: Spiagge blindate
LE FORZE DELL'ORDINE: Decine di giovani identificati
LA MISURA: Alcol vietato sulle spiagge fino a settembre
LE REAZIONI: Salvini rievoca la leva obbligatoria
LAGO DI GARDA. Dalle botte in spiaggia alle scintille tra i sindaci del Garda sul rimpallo delle responsabilità. Mentre proseguono gli accertamenti degli investigatori di Verona sulla maxirissa avvenuta in riva al lago il 2 giugno scorso, monta la polemica sulle responsabilità di quanto avvenuto tra Peschiera e Castelnuovo, dove si sono dati appuntamento via social più di duemila ragazzini.
Attraverso le immagini dei molti video in rete che riprendono devastazioni e aggressioni, gli investigatori stanno stringendo il cerchio in particolare attorno agli autori, pare una trentina, delle molestie denunciate da sei adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa. Sia la Procura che la Questura di Verona hanno scelto al momento la strada del silenzio assoluto.
La sabbia delle due località rivierasche si arroventa comunque ulteriormente in queste ore trasformando la vicenda in un caso politico, con scambio di accuse reciproche. Ad accendere la miccia il sindaco di Peschiera, Orietta Gaiulli, che chiama direttamente in causa per i casi di guerriglia urbana sedati dalle forze dell'ordine l'omologo di Castelnuovo, lamentando in una lettera al Governo, al Prefetto e al Questore di Verona "l'incapacità del Comune di Castelnuovo di dare una definitiva sistemazione alla spiaggia, ormai da tre anni teatro di violenze e scempi". Una missiva che il primo cittadino dice di aver inviato il 30 maggio lanciando l'allarme "per possibili problemi di ordine pubblico nel territorio, a causa di gruppi che si dirigevano verso la spiaggia libera del vicino comune di Castelnuovo".
Gaiulli ricostruisce la vicenda, sottolineando che "migliaia di ragazzi, di colore e non, sono transitati dalla stazione di Peschiera, percorrendo il Lungolago Garibaldi, fino alla spiaggia libera di Castelnuovo". Immediata la replica del sindaco di Castelnuovo: "non è questo il momento di fare inutili e sterili polemiche e di alimentare campanilismi - afferma - in quanto gli operatori economici, i nostri cittadini e i turisti, ci chiedono un Garda unito per risolvere le problematiche". Agli attacchi Dal Cero, nell'invocare pene severe per i responsabili anche se minorenni, replica secco: "la sindaca non conosce il territorio del Garda".
La Lega, attraverso il suo leader Matteo Salvini, e il governatore del Veneto, Luca Zaia, chiede che venga abbassata la soglia della punibilità. "Sanno che non rischiano nulla - afferma Salvini - perché sono minori. Soprattutto per certi reati abbassare la soglia di punibilità credo sia doveroso". Un concetto ripreso anche da Zaia, per il quale "non ci possono essere giustificazioni" ed è indispensabile "abbassare la soglia di età per la punibilità" e uscire dall'idea che l'Italia sia "diventato il Bengodi dell'impunibilità".
A lanciare l'allarme sui ritrovi di ragazzini ad alto tasso alcolico che finiscono in rissa è anche il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, dopo le bravate dello scorso fine settimana. Il bilancio della località balneare veneta è di centinaia di interventi, soprattutto nella notte di sabato, schamazzi, botte e feste abusive con giovani ubriachi. "Domani sentirò in videoconferenza il Prefetto di Venezia - annuncia - e gli chiederò che i rinfozi delle forze dell'ordine arrivino ora e non a metà luglio, perchè la situazione è grave".