Lago di Garda

Gargnano: il divieto di balneazione è un foglio attaccato con lo scotch

Polemica nel paese del Garda. I cittadini si lamentano sui social: «E’ pericoloso, le persone scivolano e cadono»


Daniele Peretti


GARGNANO. Il Garda si è mangiato un pezzo di spiaggia, più precisamente quella compresa tra i due moli dove si trova la spiaggia libera di Castello. L’erosione è stata causata dal moto ondoso e così al posto del bagnasciuga ghiaioso sono riemersi i gradoni di origine secolare. Pietre che però hanno già causato qualche problema tant’è che l’amministrazione comunale ha deciso per il divieto di balneazione.

Prima del presente però, parliamo del passato.

Originariamente quei gradoni erano lo scivolo attraverso il quale venivano messe in acqua le imbarcazioni costruite nel locale cantiere nautico. Già nel seicento su quei gradoni furono varate bisse, barconi e gondole e già allora in quell’area, vigeva il divieto di balneazione.

Curiosità è data dal fatto che il quartiere di Castello era una sorta di enclave delle famiglie Feltrinelli (antenati dei titolari della casa editrice ) fabbro legnami e costruttori di barche. Oggi sono riemersi, ma coperti da una patina di sedimenti vegetali che li rendono pericolosamente scivolosi. In tempi più recenti i gradoni erano utilizzati dai pescatori per mettere in acqua le barche col fondo piatto. Nonostante il divieto di balneazione non sono mancate scivolate e cadute da parte di chi non ha avuto problemi a disattendere il divieto pur rischiando una sanzione che può andare dai 400 ai 3mila euro.

Tutto regolare? Assolutamente no perché turisti e residenti hanno contestato la cartellonistica provvisoria messa dal Comune sulla pagina Facebook “Sei di

Gargnano, Villa Bogliasco se…”: semplici fogli A4 già scomparsi insieme al nastro bianco rosso.

In più non si trovano tracce del divieto sui social del Comune, ma l’unico riferimento al divieto resta l’ordinanza pubblica sul sito comunale.













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