Ciclovia del Garda? Non così, Italia Nostra chiede ancora di cambiare rotta
Dopo la frana del 16 dicembre, Italia Nostra insiste. In una lettera aperta al presidente Fugatti, anche la presidente nazionale dell’associazione, Antonella Caroli Palladini, chiede un ripensamento
LA PRIMA LETTERA. "Fermatevi finché siete in tempo"
IL DISTACCO. la frana si stacca e finisce nel lago
IL VIDEO. tutta la scena filmata dai vigili del fuoco
LAGO DI GARDA. «La strada per i ciclisti appesa alle rocce a picco sul Lago di Garda che la Provincia autonoma di Trento ha progettato ed intende realizzare sulle falesie più belle d’Italia, si è rivelata molto più pericolosa di quanto le valutazioni di impatto avevano stabilito. La grande frana caduta il 16 dicembre tra Limone e Riva del Garda, con migliaia di metricubi di roccia crollati fragorosamente nel lago, dimostra in modo ulteriore il forte azzardo, l'illogicità e l’irrazionalità dell’idea di appendere a quelle labilissime pareti rocciose una pesantissima struttura d'acciaio per sostenere la "pista" per i turisti in bicicletta».
Comincia così la lettera di Italia Nostra, firmata dalla presidente nazionale, Antonella Caroli Palladini, e dalle tre presidenti locali, Manuela Baldracchi per il Trentino, Marisa Velardita per la sezione di Verona e Rossana Bettinelli per quella di Brescia, che chiedono un ripensamento del progetto, soprattutto dopo la frana del 16 dicembre.
«Chi si assume la responsabilità di proseguire con tale assurdo, devastante e onerosissimo progetto? – si legge nella lettera - Il requisito della sicurezza della ciclovia è elemento essenziale ed imprescindibile ai fini dell'inserimento della stessa nel Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, ma soprattutto è un tema che ogni progetto deve garantire, particolarmente se trattasi di intervento pubblico. Prima il rispetto dei luoghi, la tutela della vita delle persone e poi le spensierate pedalate! La sezione trentina di Italia Nostra, insieme a Brescia e Verona, hanno svolto un lavoro incessante di approfondimento, illustrazione e sensibilizzazione rivolto alle amministrazioni pubbliche e alla cittadinanza, per allertare tutti sulle grosse problematiche insite in questo progetto. Con il Coordinamento per la Tutela del Garda hanno prodotto una esauriente documentazione, analisi, approfondite riflessioni, confutazioni, rese pubbliche tramite stampa, conferenze, incontri pubblici. L’amministrazione provinciale trentina fino ad ora è rimasta ostinatamente ancorata a soluzioni che nelle altre Regioni sono state bocciate dalle relative Soprintendenze. C’è voluto l’intervento della Natura stessa per rendere palese ciò che già era evidente. La montagna si è già ribellata!
Italia Nostra chiede alle amministrazioni proponenti di recedere da questa pericolosa decisione: dopo tutto il percorso destinato a questa mobilità è già sufficientemente ampio e vario e può essere completato mediante un'adeguata offerta intermodale alternativa, la suggestiva “via d’acqua”, incentivando le corse dei battelli di Navigarda. Italia Nostra chiede ed attende perciò dal Presidente Maurizio Fugatti una chiara e precisa determinazione in merito» conclude la nota.