IL CASO

“Vediamo quando muori”: insulti e minacce sui social per l’infermiera prima vaccinata

Zingaretti: "Una vergogna. Il suo sorriso ci ha raccontato una storia di forza e speranza” (foto Ansa)


di Gabriele Santoro


ROMA. I suoi occhi sorridenti dietro la mascherina mentre le veniva somministrato il vaccino sono stati sulle prime pagine di tutti i giornali, ma contro di lei si è scatenata la violenza verbale dei no-Vax più estremisti: Claudia Alivernini, l'infermiera dello Spallanzani prima vaccinata d'Italia, è stata insultata e minacciata sui social. Alla vigilia del V-Day la professionista di 29 anni, forse già consapevole del rischio, aveva bloccato i suoi profili social.

Qualcuno, forse indispettito dal trovare le 'porte chiuse', ha creato allora addirittura due profili fasulli col suo nome e la sua immagine, e ora rischia una denuncia alla polizia postale. Ma gli insulti sono arrivati lo stesso sui profili istituzionali che hanno riportato la notizia della vaccinazione. "E ora vediamo quando muori" una delle frasi più dure che la donna si è vista rivolgere. "Una vergogna - l'ha difesa il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti - Il suo sorriso ci ha raccontato una storia di forza e speranza. Una professionista che ha combattuto il Covid, come tante e tanti giovani che si sono improvvisamente trovati in prima linea".

Letteralmente, perché Alivernini fa parte delle Uscar del Lazio, cioè le unità speciali che si occupano anche delle cure a domicilio e di tutti i fronti sul terreno, dai drive in per i tamponi alle zone rosse. Solidarietà le è arrivata anche dai banchi del governo, dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà (M5s) che le ha garantito di essere "al suo fianco". Un sostegno bipartisan, come dimostrano le parole della capogruppo FI alla Camera Mariastella Gelmini: "La scienza è più forte di fake news e stupidità" ha detto, mentre la consigliera regionale FdI del Lazio Chiara Colosimo ha affermato chiaro e tondo: "Io sono Claudia".

""Colpiscono molto le offese di cui è stata vittima l'operatrice sanitaria Claudia Alivernini, al Viminale non sottovalutiamo queste minacce via social - scrive su Fb il vice ministro dell'Interno Matteo aggiunge Mauri- e siamo in campo per contrastarle". Messaggi per l'infermiera da tutta Italia, come quelli del sindaco di Firenze Dario Nardella o del presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone e dall'assessore alla sanità del Lazio Alessio D'Amato. "Vaccinarsi è un atto d'amore" aveva detto Alivernini a qualche ora dalla prima dose del siero. Ma per qualcuno la risposta è stata l'odio.













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