il dramma

Spara all’ex moglie, fugge con la compagna: uccide anche lei e si suicida

Doppio femminicidio nel vicentino. L’uomo ha tentato anche di far esplodere la macchina. Le due donne ammazzate con colpi di pistola 



VICENZA. Spara all’ex moglie poi fugge con la nuova compagna. Uccide anche lei e si suicida. E’ successo nel vicentino, ieri, 8 giugno, in poche ore.  

Non voleva solo uccidere l’ex moglie, colpevole di aver detto basta a violenze e umiliazioni. Per vendicarsi, voleva fare una strage: ammazzare anche i due figli, i genitori della donna che odiava, il suo nuovo compagno.

Quando si è visto perduto, braccato da polizia e carabinieri, prima di tentare di farsi esplodere e infine di suicidarsi in auto, ha scelto di trascinare nel proprio inferno anche l’attuale fidanzata.

Questa la ricostruzione dei fatti che è stata fatta dagli investigatori fino a questo momento.

Il primo omicidio è stato quello di Lidia Miljkovic, di 42 anni di origine serba, uccisa colpi di pistola dall'ex compagno, Zlatan Vasiljevic bosniaco che viveva in veneto da diversi anni.

L'omicidio è avvenuto in strada.

Il killer è stato trovato morto dentro un'automobile, ferma in una piazzola della Tangenziale Ovest di Vicenza. All'interno dell'auto è stato trovato il corpo dell'attuale compagna del killer, Gabriela Genny Serrano, ex commessa venezuelana di 36 anni, residente nel Padovano e giustiziata con un colpo alla nuca.

All’interno dell’auto è stato trovato anche dell’esplosivo.

Lidia Miljkovic aveva appena accompagnato a scuola i due figli e aveva ripreso l'auto per dirigersi in via Vigolo. Secondo i primi accertamenti degli investigatori, l'ex marito, con i quali la vittima forse aveva un appuntamento, ha iniziato a sparare mentre la donna era ancora dentro la vettura.

Zlatan Vasiljevic venne arrestato il 26 marzo 2019 dai carabinieri di Altavilla Vicenza quando ancora abitava con Lidia Mijkovic I militari avevano eseguito la misura cautelare per reiterati maltrattamenti in famiglia. L'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale era scaturita a seguito della denuncia presentata da Lidia. In seguito, sempre dal 2019, era stato emesso nei suoi confronti un ordine di non avvicinamento alla donna.

"L'uomo non è fatto per le sconfitte. Un uomo può essere distrutto, ma mai sconfitto". E con citazioni come queste - seppur colte, da Ernest Hemingway - che Zlatan Vasiljevic, il bosniaco autore del duplice femminicidio di ieri a Vicenza, sfogava sui social la propria rabbia.

Frasi allusive, spie della pericolosa personalità - "spesso un uomo soffre per alcuni anni, si calma, sopporta le punizioni più crudeli, e poi si abbatte su piccole cose, su qualche sciocchezza, quasi per niente", da Dostoevskij - scritte dal killer - riferisce il Gazzettino - sul proprio profilo Facebook nell'estate 2021.

A nulla era servito anche un corso riabilitativo che il 42enne bosniaco aveva seguito in una comunità di recupero di Bassano. Un corso di sostegno per uomini violenti, che aveva rilasciato a Zlatan, dopo un percorso con psicologie e psicoanalisti, un attestato di partecipazione, e che, secondo quanto riferisce il Corriere del Veneto, gli aveva permesso di ottenere dei benefici rispetto alla pena scontata in carcere dopo l'arresto nel 2019 per i maltrattamenti all'ex moglie.

Ma il carattere pericoloso di Zlatan era ben chiaro a chi aveva seguito le sue vicende giudiziarie. Nelle denunce di Lidia, l'ex moglie uccisa ieri a colpi di pistola, c'erano frasi inquietanti pronunciate da questi durante i violenti litigi in casa: "io ti uccido, ti cavo gli occhi".

(nelle foto Ansa l’omicida con la moglie e il luogo del primo omicidio)













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