Sandri, sarà il cardinale "trentino" a celebrare la messa delle Palme
Sulla presenza del Papa in qualche forma non ci sono previsioni
ROMA. Papa Bergoglio ha delegato il cardinale Leonardo Sandri a presiedere la messa della Domenica delle Palme il 13 aprile. Sulla presenza del Papa in qualche forma "non ci sono previsioni". Lo ha detto la sala stampa vaticana.
Nato in Argentina da due emigrati di Ala, Sandri era diventato già la "voce di Papa Wojtyla", colui che leggeva le omelie, gli interventi al Concistoro, recitava l'Angelus e le preghiere nelle diverse lingue. Anche di quel Papa fu a lungo raccontata la malattia e quel silenzio carico di sofferenza che turbò il mondo intero. Sandri fu al suo fianco proprio in quel periodo.
Al cardinale di origine trentina toccò anche il gravoso compito di annunciare al mondo che il Papa polacco era morto. Queste furono le sue parole: «Carissimi fratelli e sorelle, alle 21,37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui...». Un compito che non si aspettava, dover fare quell'annuncio.
«No, non ero preparato», aveva detto in un'intervista al Corriere. «L'annuncio ufficiale toccava al cardinale Vicario e al Decano, come poi è accaduto. Ma lì si trattava di parlare alla gente che stava in piazza dalla sera prima, di farlo sapere subito. Nell'Appartamento c'erano il Decano del Collegio cardinalizio, Joseph Ratzinger, il Camerlengo Eduardo Martínez Somalo, il Vicario Camillo Ruini e il Segretario di Stato Angelo Sodano. Ricordo che mi precipitai giù dalla Terza Loggia, quasi senza fiato e senza sapere che cosa dire, se ci penso ho anche ripetuto due volte la parola "Padre"...».
Tutto iniziò due anni prima della morte del pontefice. «A un certo punto, nel 2003, Giovanni Paolo II faceva sempre più fatica a parlare. Cominciarono a chiamarmi nell'Appartamento: non mi si vedeva ma stavo dietro al Papa, pronto ad aiutarlo nel caso non ce la facesse. Una delle prime volte lessi il messaggio all'Angelus e i saluti nelle diverse lingue tranne quello in polacco, che disse monsignor Stanislaw. E poi le omelie e gli interventi per il 25º anniversario di pontificato, l'intervento al Concistoro, la beatificazione di Madre Teresa...». Quella sofferenza ebbe un grande impatto. «Dal punto di vista dell'evangelizzazione - dice Sandri - credo che i momenti più fecondi siano stati quelli della malattia, dell'impotenza, del silenzio: non poteva fare nulla, se non essere testimone silenzioso di un amore più grande, stare vicino alla Croce di Cristo. È un privilegio grande essere accanto a un uomo che vive in unione con Dio».