Il giallo

Mostro di Firenze, riesumati i resti di Francesco Vinci: la moglie sospetta che l’uomo abbia inscenato la sua morte

Le analisi del Dna si sono mosse dopo nuovi ritrovamenti che avevano portato a riaprire il caso, nel frattempo parla il criminologo che segue la moglie: «Lo ha visto giorni dopo il suo “ritrovamento”, l’ha salutata»



FIRENZE. Il Mostro di Firenze potrebbe essere Francesco Vinci? A dare una risposta, per quanto riguarda il Dna sospetto – trovato nelle scorse settimane, che ha portato a riaprire il caso, saranno le analisi dei campioni prelevati dal corpo dell’uomo, riesumato oggi dal cimitero di Montelupo Fiorentino – seguendo la “Pista Sarda” del caso (l’uomo era un pastore sardo). 

L'operazione è stata ordinata dalla Procura di Firenze. Ma solo dopo che la vedova Vitalia Velis e i figli avevano chiesto in via autonoma la riesumazione del cadavere del loro congiunto per sapere, grazie all'esame del Dna, per chiarire il quadro della situazione: Vinci fu trovato ucciso, incaprettato e carbonizzato nel bagagliaio di un’auto nella campagna di Pisa – il ché porta a pensare ad un potenziale regolamento di conti o all’eliminazione di un testimone essenziale, in quanto sospettato ma mai formalmente riconosciuto come “Il Mostro”.  

Il sospetto della moglie è proprio quello per cui non si tratti di suo marito, né il Dna trovato sulle scene del crimine, né tantomeno il cadavere sepolto, Vitalia Velis, moglie di Vinci, «ha il forte sospetto che il marito sia ancora vivo. Racconta di averlo visto qualche giorno dopo la scoperta della scomparsa: la salutava con un cenno della mano da un'auto. Andò dai carabinieri, ma la cosa non ebbe seguito». E' quanto riferisce il criminologo Davide Cannella che assiste la famiglia di Francesco Vinci, i cui resti sono stai riesumati stamani a 31 anni dalla sua morte.













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