Maxi blitz contro i 'clan' degli ultras di Inter e Milan, arresti e perquisizioni
Accuse di associazione a delinquere con aggravante mafiosa. In tutto 19 misure cautelari, azzerati i vertici delle curve. Arrestato anche il bodyguard di Fedez
MILANO. Gli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO di Milano stanno eseguendo decine di misure cautelari e decreti di perquisizione nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati.
Gli indagati sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan e i reati connessi al giro d'affari legato al contesto calcistico.
L'operazione è in corso dalle prime ore di questa mattina (30 settembre) da parte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano.
Tra i destinatari delle 19 misure cautelari, tra carcere e domiciliari, nell'inchiesta di Polizia e Gdf che ha "azzerato i vertici delle curve" di Inter e Milan ci sono Luca Lucci e Renato Bosetti, il primo capo della curva milanista, il secondo neo capo della curva nord interista dopo l'arresto di Andrea Beretta per l'omicidio di Antonio Bellocco. Entrambi destinatari di ordinanza in carcere, così come Marco Ferdico (curva interista). Ordinanza anche per Beretta, già in carcere per l'omicidio. E per Christian Rosiello, noto come il bodyguard di Fedez perché rimasto coinvolto nel presunto pestaggio ai danni di Cristiano Iovino.
Oltre alle 19 misure cautelari, tra carcere e domiciliari, firmate dal gip Domenico Santoro, sono più di 50 gli ultras delle curve di Milan ed Inter destinatari delle perquisizioni. Indagine che ha smantellato i business illeciti degli ultrà, contestando l'associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso e le infiltrazioni della 'ndrangheta nei traffici, oltre ad estorsioni e pestaggi.
Perquisita anche la casa a Pioltello, nel Milanese, di Antonio Bellocco, l'erede dell'omonima cosca della 'ndrangheta, ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta, capo ultrà nerazzurro.
Tra i presunti traffici nel mondo delle curve, su cui la Procura di Milano stava indagando da tempo, ci sono, oltre a quello della droga, anche la gestione degli affari dell'indotto dello stadio di San Siro, dai parcheggi alla vendita di gadget e panini, fino a quello dei biglietti per le partite.