Laura Ziliani strozzata a mani nude: «Un sacchetto in testa, ma non moriva»
Dagli interrogatori delle figlie e del fidanzato di una di loro emergono i dettagli dell’omicidio dell’ex vigilessa di Temù
BRESCIA. Dopo la confessione delle figlie e del fidanzato della maggiore di loro, arrivano i dettagli cruenti dell’omicidio dell’ex vigilasse di Temù Laura Ziliani, scomparsa nel nulla un anno fa nel bresciano al confine con il Trentino e ritrovata morta l’8 agosto 2021 in un torrente.
"Le abbiamo dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo". Così Mirto Milani, fidanzato di Silvia, ha raccontato il delitto.
È quanto emerge dagli interrogatori dei presunti responsabili.
Il medico legale aveva ipotizzato che, una volta stordita, la vittima fosse stata soffocata con un cuscino. Mirto Milani, Paola e Silvia Zani, hanno anche ammesso anche di aver tentato di uccidere Laura Ziliani il 16 aprile quando le somministrarono una tisana che la fece dormire per oltre 48 ore. "Un episodio che altro non è che il prodromo dell'omicidio" secondo gli inquirenti.