il caso

Istigazione all’odio razziale: Vannacci rischia il processo militare

Il gip del tribunale militare di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione del procedimento. La solidarietà di Salvini



ROMA. Non solo le presunte "spese pazze" quando era addetto militare italiano a Mosca: per il generale Roberto Vannacci, neoeletto al parlamento europeo nelle file della Lega, restano aperte altre due indagini per quanto scritto nel suo libro "Il mondo al contrario".

Il gip del tribunale militare di Roma ha, infatti, respinto la richiesta di archiviazione del procedimento in cui viene contestato al generale il reato di istigazione all'odio razziale e fissato l'udienza per il prossimo 25 settembre, quando verrà discussa una eventuale richiesta di rinvio a giudizio. A stretto giro arriva l'attestato di vicinanza del leader del Carroccio, Matteo Salvini.

"Solidarietà al generale Roberto Vannacci, recordman di preferenze alle Europee - afferma -: da quando ha scelto la Lega ha iniziato ad avere qualche problema, come il Gip militare che oggi respinge la richiesta di archiviazione. Quando si dice il caso". Il procedimento era stato avviato dopo alcune denunce presentate il 25 agosto dello scorso anno, quando il caso letterario era esploso da pochi giorni, tra cui quella del Sindacato dei Militari e l'associazione Tripla Difesa. Il "no" del gip con le stellette alla richiesta di archiviazione è percepito come un fulmine a ciel sereno dalla difesa di Vannacci.

"Al momento sappiamo solo che il gip ha respinto la richiesta della Procura, ma nei prossimi giorni chiederemo le carte. Una decisione - spiega l'avvocato Giorgio Carta - che non comprendiamo perché la fattispecie contestata non è reato militare". Il filone militare viaggia parallelo con quello avviato mesi fa nei confronti del generale dalla giustizia ordinaria. Nel febbraio scorso la Procura di Roma lo ha iscritto nel registro degli indagati, sempre per l'accusa di istigazione all'odio razziale per alcune affermazioni che compaiono sul libro autoprodotto. Sotto la lente degli inquirenti sono finiti una serie di passaggi presenti nel volume diventato, di fatto, un caso editoriale, con 200 mila copie vendute. L'avvio del procedimento, anche in questo caso, è legato ad una serie di denunce. Oggetto degli esposti, in particolare, le frasi in cui il generale eurodeputato definisce "non normali" gli omosessuali o quando cita un episodio vissuto a Parigi in cui fa riferimento a persone di colore.

Sempre a piazzale Clodio, inoltre, è in fase di indagine il fascicolo in cui si contesta a Vannacci il reato di truffa sulle spese a Mosca. Vicenda, quest'ultima, sulla quale è al lavoro anche la Procura militare. I fascicoli sono stati aperti dopo un'ispezione svolta dallo Stato Maggiore della Difesa. Gli accertamenti riguardano l'indennità di servizio per i familiari che sarebbero state percepite illecitamente, perché moglie e figlie non sarebbero state a Mosca nel periodo considerato. Si tratta di una spesa di 9mila euro legata all'auto di servizio, che non sarebbe stata autorizzata, e rimborsi per l'organizzazione di eventi e cene che in realtà non si sarebbero svolti. Il periodo preso in esame dagli ispettori ministeriali è quello compreso tra il febbraio del 2021 ed il maggio del 2022.

Poi Vannacci venne espulso dal Cremlino insieme ad altri 23 diplomatici ed esperti militari italiani, in risposta all'analoga mossa dal governo Draghi dopo l'invasione dell'Ucraina. Le verifiche degli ispettori hanno tenuto anche conto di alcune segnalazioni fatte dal colonnello che, a partire dal 2023, ricopre il ruolo che era di Vannacci nella sede della Difesa a Mosca. L'alto ufficiale ha segnalato una serie di "anomalie e criticità nella gestione amministrativa del suo predecessore". 













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