il caso

Grecia, processo all'allenatore di vela accusato di avere stuprato una undicenne

Momento importante per il movimento MeToo. L'imputato aveva sostenuto che i rapporti erano consensuali e che intendeva sposare la ragazza

ROMA


ATENE. Si è aperto ad Atene il processo ad un allenatore di vela accusato di aver violentato una ragazzina di 11 anni nel 2010. Si tratta di un momento importante per il movimento MeToo in Grecia innescato un anno fa dalla denuncia di abusi sessuali da parte della campionessa olimpica di vela Sofia Bekatorou. Lo riporta il Guardian.

A dicembre del 2020 l'atleta, aveva raccontato di aver subito molestie da un dirigente della Federazione durante la preparazione per le Olimpiadi di Sidney nel 2000, quando aveva 21 anni. Le sue rivelazioni hanno spinto altre donne - sportive ma anche studentesse, giornaliste e attrici - a denunciare le violenze subite. Ed è stata proprio Bekatorou a convincere la ragazza stuprata dal suo allenatore a denunciarlo e ad andare a processo.

L'imputato, il 38enne Triantafyllos Apostolou, è accusato di "violenza sessuale e psicologica contro la minorenne". In un'intervista dello scorso anno, l'uomo ha sostenuto che i rapporti erano consensuali e che intendeva sposare la ragazza con la benedizione dei genitori. "Dovevamo sposarci e sua madre era d'accordo", ha detto l'allenatore al quotidiano Proto Thema.

Il governo conservatore guidato da Kyriakos Mitsotakis ha di recente introdotto pene più severe per gli autori di abusi sessuali e ha esteso i termini di prescrizione per le violenze sui minori. Le autorità greche hanno anche creato una piattaforma online per la denuncia di molestie in tempo reale e hanno aperto linee di assistenza telefonica per le vittime.













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