Giallo sull'arresto di Djokovic, il fratello: “Lo vogliono bloccare”. Il governo australiano smentisce
Sospesa l'espulsione del campione serbo, ma il governo ha quattro ore per ribaltare la decisione del giudice
ROMA. Il governo australiano ha ancora qualche ora di tempo per ribaltare la sentenza del giudice a favore di Novak Djokovic, cancellando nuovamente il visto al numero 1 del tennis mondiale dopo che la sua espulsione è stata cancellata dal giudice Kelly che ha ordinato venga “rilasciato” dall’hotel per richiedenti asilo in cui era confinato da giovedì 7 settembre, al suo arrivo in Australia per partecipare agli Australian Open con una deroga visto che non è vaccinato contro il Covid.
Secondo il fratello di Novak Djokovic, Djordje, dalle ultime informazioni emergerebbe che le autorità australiane sarebbero orientate a impugnare la decisione del giudice – che questa mattina (10 gennaio) ha sospeso l’espulsione del tennista dal paese – e a ribadire il divieto di ingresso nel Paese per il campione serbo.
"Le ultime informazioni dicono che lo vogliono bloccare. Attualmente ci stiamo consultando con gli avvocati", ha detto il fratello del numero uno del tennis mondiale. "Novak è con i suoi legali nella sede del tribunale e esamina tutte le opzioni.
E' stata una grande sconfitta per le autorità australiane, e per questo accusano il colpo", ha osservato Djordje Djokovic alla tv privata serba Prva.
Ma fonti del governo australiano e dell’organizzazione degli Australian Open hanno smentito che Djokovic sia stato arrestato.