sentenza

Cospito, niente ergastolo: 23 anni per la bomba in caserma

La Corte d’assise d'appello ha ricalcolato la pena, la procura voleva il carcere a vita. L'anarchico: «Nessuna prova contro di noi»



TORINO. Niente ergastolo per Alfredo Cospito. La Corte di assise di appello di Torino rimodula in 23 anni di reclusione (tre in più) la pena complessiva inflitta all'anarchico nel maxi processo Scripta Manent per le attività dell'organizzazione terroristica Fai-Fri.

La procura generale aveva chiesto il carcere a vita.

L'appuntamento a Palazzo di giustizia era dedicato al calcolo della condanna per uno solo degli episodi contestati, l'attentato del 2 giugno 2006 alla scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, classificato dalla Cassazione come 'strage politica'. 

Per la prima volta dall'apertura del processo, Cospito, 57 anni, ha preso nettamente le distanze dalle accuse e ha parlato di "accanimento", "forzature" e "stranezze". «Niente - ha spiegato - dimostra che siamo stati noi a piazzare gli ordigni a Fossano. La perizia sul documento di rivendicazione è inattendibile ed è surreale la tesi secondo cui abbiamo ricalcato la nostra stessa grafia. Questo è un processo alle idee. In 20 anni di attentati non c'è stato nemmeno un morto: erano solo atti dimostrativi per richiamare l'attenzione sull'esistenza di strutture liberticide come i Cie».













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