Giovani protagonisti

Silvia Baldessari, un passato da ragioniera e un presente da viticoltrice

La donna è proprietaria assieme al marito della cantina Cenci, che si trova in Valsugana e produce Trentodoc


Carlo Bridi


Castelnuovo. La storia che raccontiamo oggi è la dimostrazione plastica dei cambiamenti avvenuti in Valsugana nell’ultimo decennio. Siamo passati da un’agricoltura che aveva nella zootecnia da latte la propria attività quasi esclusiva, assieme ai piccoli frutti arrivati ormai una quarantina d’anni orsono, in un’economia viticola, ma non una viticoltura qualunque, ma una viticoltura che punta decisamente sul Trentodoc. Cosa questa agevolata dal fatto che siamo in una zona particolarmente vocata ai vini base spumante. Non a caso ancora Giulio Ferrari 120 anni orsono aveva in Valsugana alcuni dei vigneti che hanno dato lustro alla grande casa spumantistica della Ferrari.

Ancora una volta raccontiamo la storia di una “donna del vino”, socia dell’omonima associazione, che con diploma di ragioniera in tasca, dopo aver lavorato per 15 anni presso terzi, quando il marito Valentino Cenci chiudendo la stalla aveva fatto la scelta di dedicarsi esclusivamente alla viticoltura, l’ha seguito. Non si trattava di una stalla qualunque, in quanto il padre Antonio era stato per anni ai vertici della Federazione Allevatori del Trentino.

La donna in questione è Silvia Baldessari, una quarantenne che nel 2018 si è licenziata dal posto di lavoro per affiancare il marito Valentino in questa nuova avventura di viticoltore-trasformatore delle proprie uve in un ottimo Trentodoc.

“Fino al 2018, spiega Silvia, tutta la nostra uva andava alle Cantine Ferrari, delle quali rispettavamo il rigido disciplinare di produzione. Con il 2018 la scelta di vinificare parte delle uve in proprio per trasformarle in Trentodoc. Non un prodotto qualsiasi, ma un Trentodoc che stava un minimo di 30 mesi sui lieviti, ma che per certe specialità, come quello prodotto in purezza con il Pinot Nero, la permanenza sui lieviti è di 36 mesi. Il risultato è quello che il prezzo di vendita delle circa 15 mila bottiglie prodotte va dai 20 ai 30 euro per il Pinot Nero in purezza”.

L’organizzazione dell’azienda

Silvia, è rappresentante legale della società agricola semplice: “Vitivinicola Valentino Cenci e Silvia” costituita con il marito Valentino, e ha la responsabilità dell’amministrazione dell’azienda, del marketing dell’ospitalità e dell’organizzazione di una serie di eventi che vengono calendariati durante il periodo estivo coinvolgendo altre aziende locali specializzate nella produzione delle specialità di cibo fatte con prodotti locali. Questo, facendo attenzione di abbinare ad ogni piatto il tipo di Trentodoc più adatto. Siamo in presenza di una donna entrata in azienda ex novo senza ricevere il premio d’insediamento che stranamente le è stato rifiutato. L’azienda ha una superficie di 5 ettari tutti coltivati con uve Chardonnay e Pinot Nero essendo la zona particolarmente vocata alla produzione del vino base spumante.

Molti ed impegnativi i progetti futuri

“Il primo e più ambizioso è quello di portare la produzione da 15 mila 50 mila bottiglie di spumante, andando gradualmente a ridurre la parte consegnata a cantine Ferrari. Siamo convinti - afferma Silvia – che ora che finalmente la nostra zona è stata finalmente riscoperta come zona altamente vocata alla produzione di uve base spumante grazie alla forte escursione termica che abbiamo nella nostra zona in estate, ci porta ad ottenere un prodotto di grande freschezza ed eleganza. Vista la grande richiesta di Trentodoc sarebbe assurdo non cogliere l’occasione. Certo, dobbiamo essere grati all’Istituto Trentodoc che ha fatto un grande lavoro per portare l’immagine dei nostri prodotti al top in Italia e all’estero. Il nostro impegno principale deve essere quello di assicurare sempre un’alta qualità delle nostre produzioni condizione fondamentale per restare ai vertici della domanda”.

Alla domanda se dopo 5 anni è pentita della scelta, lei dichiara: “Assolutamente no, anche se sono consapevole dell’impegno e dei sacrifici che comporta, ma vi sono anche delle belle soddisfazioni, come quando i nostri consumatori ci telefonano per farci i complimenti per la qualità del nostro prodotto”.

La cura della terra

“Avendo accettato il rigido protocollo Ferrari, non usiamo diserbo chimico, ed usiamo solo zolfo e rame di fatto, quindi anche se non siamo certificati, usiamo un metodo di produzione biologico. Ma puntiamo alla certificazione in tempi brevi - precisa Baldessari - La commercializzazione dei prodotti oltre che attraverso il canale Ho.re.ca, avviene anche tramite un’azienda specializzata in Italia, ma da settembre dello scorso siamo presenti con i nostri prodotti anche in Florida, grazie ad un ragazzo che ci aiuta nella ricerca della clientela e a far conoscere i nostri prodotti. Anche noi abbiamo fatto una puntata negli USA proprio con questo obbiettivo. Certo è che è un mercato molto interessante una volta che sei riuscito a far conoscere il prodotto”.

E il tempo libero?

“Non ne abbiamo, sfruttiamo tutti i momenti di liberà in azienda per andare ovunque ad assaggiare i prodotti delle altre aziende, convinti che c’è sempre da imparare. A Castelnuovo siamo l’unica azienda vitivinicola con la presenza di giovani, mentre a Novaledo c’è una ragazza che si sta impegnando nel settore” conclude Silvia.













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