Whirlpool, un anno dal triste annuncio

La testimonianza di una lavoratrice: «Lacrime amare per chi amava questo stabilimento»



TRENTO. «Sono già passati 12 mesi da quel 28 giugno 2013. Vi chiederete cosa sia successo in quel giorno: il 28 giugno 2013 Whirlpool dà l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Trento». Inizia così la testimonianza di Lorena Gottardi, componente della segreteria della Fim del Trentino e dipendente Whirlpool, a un anno esatto dal terribile annuncio della chiusura dello stabilimento trentino della Whirlpool. «Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, dopo una trattativa intensa e vissuta con costanza, rabbia e determinazione, hanno siglato con Whirlpool un accordo che disciplina la chiusura progressiva delle linee produttive e la conseguente uscita dei lavoratori. Uscite incentivate. Integrazione alla mobilità, mancato preavviso, incentivo all’esodo (basato su anzianità aziendale, carichi famigliari). Uscite volontarie con un incentivo molto interessante anche per i giovani. Un buon paracadute. Un sostegno importante.

I sindacati hanno siglato inoltre con la Provincia e Whirlpool un’intesa importante riguardo alla reindustrializzazione del sito e la riqualificazione dei lavoratori.

Questo è stato un atto formale a seguito di un accordo precedente, nel quale sono state tracciate le linee guida d’intervento su tutti gli aspetti connessi alla chiusura dello stabilimento. In particolare il documento sancisce l’impegno concreto di Whirlpool a sostenere ed accompagnare la Provincia nel percorso di reindustrializzazione, con la prospettiva di assicurare maggiore serenità ai lavoratori e al territorio nell’affrontare il futuro.

I vertici di Whirlpool hanno dichiarato come “la qualità e la trasparenza delle relazioni tra Azienda, Organizzazioni Sindacali e Provincia hanno permesso di raggiungere questo accordo senza precedenti, che rispecchia il senso di responsabilità del Gruppo verso le comunità dove opera.”

Bisogna mettere in evidenza il grande senso di responsabilità dei lavoratori, che con grande dignità e senso del dovere hanno ripreso subito a lavorare, a produrre nonostante questa pesante spada sopra la testa.

Siamo di fronte ad una chiusura. Molti di voi possono comprendere lo stato d’animo di questi lavoratori. Una grande tristezza, non rassegnazione, proprio tristezza. Il ritrovarsi come senza la terra sotto i piedi e non saper cosa fare e come guardare avanti. Il ritrovarsi senza una casa. Per molti lavoratori questo stabilimento è/era una seconda casa.

È stato un anno difficile per questi lavoratori, per le loro famiglie, per tutto l’indotto. Un anno nel quale ci sono stati accordi, intese, trattative, assemblee, discussioni, ma anche molte lacrime. Lacrime amare per chi ama/amava questo stabilimento.

I cancelli si chiuderanno definitivamente il 31 dicembre 2014. Altra data che non verrà dimenticata».













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