turismo

Tassa di soggiorno, ecco quanto si pagherà

Per ogni ospite 1,30 euro negli alberghi a 4 stelle, 1 euro per i 3 stelle, 0,70 tutti gli altri. L’incasso previsto: 10 milioni


di Roberto Colletti


TRENTO. Per il presidente Rossi la cosa è certa, la tassa di soggiorno si farà. Quando? Questo, invece, non si sa. L'assessore al turismo Dallapiccola, tutte le volte che glielo chiedono, se la cava sussurrando il suo ormai proverbiale “è un tema sensibile, bisogna lavorare in sommerso”. Ma per quanto lavori in sommerso, qualcosa spunta. Niente di nuovo, naturalmente, ma almeno si cominciano ad intravvedere alcune cifre, come quelle anticipate dall'assessore al presidente dei campeggiatori Faita. Fabio Poletti, membro della giunta di Confcommercio, aveva chiesto l'incontro per avere indicazioni per programmare la prossima stagione turistica. Siamo già in ritardo, ha spiegato, i tempi dell'economia non sono quelli della politica. E Dallapiccola, pur precisando che si trattava di ipotesi di lavoro, l'ha accontentato.

La tassa di soggiorno, questo lo schema, si applicherà ad ogni turista maggiorenne che pernotterà nelle strutture ricettive del Trentino: ogni ospite pagherà 1,30 euro negli alberghi a 4 stelle, 1 euro in quelli a 3 stelle, 0,70 euro nei 2 ed 1 stella, nonché nei residence, nei campeggi e nelle “cav”, ossia nelle case appartamenti vacanza. La tassa si pagherà per un massimo di 5 giorni per tutto il periodo di soggiorno. La previsione è di incassare attorno ai 10 milioni che, con una curiosa partita di giro, saranno prima versati direttamente alla Provincia per poi essere restituiti, si assicura, alle Apt d'ambito.

Una prima osservazione è che dalla tassazione, è quasi inevitabile, resteranno escluse le migliaia di appartamenti vacanza cosiddetti “privati”, che si affittano senza alcuna autorizzazione amministrativa, spesso in nero. Tuttavia la preoccupazione maggiore di Poletti – il quale, con l'economia che non tira, giudica in ogni caso sbagliato inventarsi nuove tasse – è l'indeterminatezza dei tempi del provvedimento. «Siamo in ottobre e io, come tutti i miei colleghi, sto preparando le offerte per la prossima stagione. Quali prezzi indico, visto che si vuole a tutti i costi aggiungere questa tassa sbagliata? Se verrà applicata, saremo costretti a presentare la “sorpresa” quando l'ospite avrà già prenotato. Il che è antipatico, molto antipatico...» commenta il presidente Faita.

Dallapiccola tuttavia ha assicurato che lavorerà intensamente in sommerso, anche se non è ancora chiaro, visto che siamo in ottobre, se la tassa si pagherà da gennaio 2015 o da giugno o da chissà quando. L'unica cosa certa, come aveva già annunciato nel febbraio scorso alla seconda commissione legislativa, è che «si farà». Il che fa prevedere che la sua istituzione magari entrerà nella prossima legge finanziaria, ma norma e regolamento saranno successivi. Tempistica anche questa non nuova, considerato che l'allora assessore al turismo Mellarini, con la benedizione di Dellai, la tassa l'aveva già introdotta nella finanziaria del 2007 e per due volte aveva tentato di applicarla, cambiandone persino il nome da tassa sul turismo a tassa di scopo. Ma non c'è stato niente da fare, nemmeno provando a mascherarla sotto forma di un pagamento di servizi per l'ospite tramite una guest card. Ipotesi interessante, oggi ancora in piedi, ma separata dalla tassa, mostrandone così la sua vera natura non di tassa, bensì di “imposta” di soggiorno, slegata da ogni corrispettivo servizio.

Insomma siamo ancora lì, alle ipotesi, salvo che stavolta incassare i 10 milioni preventivati è molto più urgente di allora per attenuare il peso dei 30 milioni complessivi destinati alla promozione ed al funzionamento delle Apt. Il canovaccio è pronto: Rossi-Dallapiccola, come prima Dellai-Mellarini, lancia in resta al grido di “la tassa si farà”. Libardi e Bort a nome degli albergatori Asat e Confcommercio replicano «c'è la crisi, è un suicidio». E' un serial. Durerà.













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