Supermercati, ecco lo sciopero natalizio
Ieri gli addetti della grande distribuzione hanno manifestato davanti alla sede della Cooperazione
TRENTO. Uno sciopero nazionale in pieno periodo natalizio per cercare di ottenere quello che, normalmente, viene considerato un diritto. Questo il motivo dello sciopero di ieri dei lavoratori delle aziende appartenenti a Federdistribuzione e alla distribuzione Cooperativa che da quattro anni aspettano il rinnovo del contratto collettivo di settore. Le aziende della grande distribuzione associate a Federdistribuzione, che tra le altre comprendono Pam, Despar, Mediaworld e OVS, infatti, si rifiutano di applicare il contratto nazionale Confcommercio del 2015 o di ridefinirne uno per il lavoro di settore, rimanendo ancorate alle disposizioni del contratto scaduto nel 2013.
Da uno dei lavoratori del settore, che ha preferito rimanere anonimo, viene questa testimonianza: «Sul mio posto di lavoro, per quanto riguarda la questione sindacati, sembra di essere nel medioevo: non è semplice scioperare perché sembra quasi di fare un attentato al direttore e ai colleghi. Avevo attaccato un volantino che spiegava la manifestazione di oggi sulla bacheca del mio posto di lavoro, ma è stato rimpiazzato da un foglio che dice perché, invece, non si sarebbe dovuto scioperare».
La manifestazione, indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, si è tenuta ieri in via Segantini, davanti alla sede della Federazione delle cooperative: anche lavoratori e lavoratrici della distribuzione cooperativa sono infatti senza contratto collettivo da 4 anni e, a parere dei sindacati coinvolti, i tentativi di mediazione delle cooperative a riguardo si sono rivelati sbilanciati in favore delle aziende.
Ed è proprio Bruno Stanga, fino a pochi giorni fa parte del mondo della distribuzione cooperativa, che spiega: «Sono uscito da Coop Alto Garda lo scorso 12 dicembre proprio per le motivazioni per cui siamo qui a protestare oggi, ossia il mancato rinnovo del contratto integrativo, che è stato disdettato. I mancati rinnovi dei contratti nazionali dimostrano che è cambiato il meccanismo, ormai questo è un gioco alla disintegrazione degli stipendi, per approfittare dei quarantenni e cinquantenni». «Sono tempistiche inaccettabili per il rinnovo del contratto – sottolinea il segretario della Filcams Roland Caramelle - i lavoratori ormai sono perennemente in perdita di “potere” e non si riesce a trovare un punto d’incontro, anche per quanto riguarda il mondo della cooperazione, che dovrebbe invece tutelare maggiormente i lavoratori».