«Sait, senza trattativa pronti agli scioperi anche a dicembre» 

Al congresso Filcams (che lo ha confermato segretario) l’attacco di Caramelle: «Anche la Federazione è complice»


di Fabio Peterlongo


TRENTO. «Se Sait non riapre le trattative, a dicembre ripartiranno le mobilitazioni dei lavoratori. La dirigenza Sait ha tradito la storia della cooperazione trentina: don Guetti si rivolterebbe nella tomba».

Roland Caramelle, segretario generale Filcams-Cgil del Trentino, ha aperto il 15esimo congresso del sindacato (Mas della Fam, Ravina) con una relazione che ha dato ampio risalto alla vicenda Sait. Alle parole della presidente di Cooperazione Trentina Marina Mattarei, che aveva sollecitato la dirigenza Sait a ricercare il dialogo e a perseguire la “dignità e il benessere dei lavoratori”, Caramelle ha risposto: «Mattarei faccia il suo lavoro, che è quello di trovare occupazione ai licenziati Sait dentro la cooperazione, come previsto dagli accordi. Finora nessuno è stato reintegrato. Dovrebbe spendersi perché la dirigenza Sait faccia cadere la minaccia di far valere il diritto di recesso dei contratti integrativi che scatta a dicembre: è una pistola alla schiena dei lavoratori».

LA VICENDA SAIT

Caramelle vede nella vicenda Sait il sintomo del declino dello spirito cooperativistico trentino: «La cooperazione dovrebbe rappresentare un modello che mette al centro il socio-lavoratore, che privilegia le cooperative di produzione locali, portando avanti un’organizzazione comunitaria alternativa allo sfruttamento capitalistico. Ma quello che vediamo è l’esatto opposto: Sait si comporta con i lavoratori come il peggiore dei “padroni”». Caramelle ha riportato le parole che sarebbero state pronunciate dal direttore di un punto vendita Sait a Trento mentre si svolgeva il presidio dei lavoratori: «I lavoratori ed un giornalista gli hanno sentito dire: “State a casa, così assumiamo pakistani che lavorano più di voi”. Sono parole inaccettabili».

Corresponsabile dell’attuale situazione sarebbe anche la Federazione delle Cooperative di consumo che, secondo Caramelle, si è appiattita sulle posizioni di Sait restando in silenzio, mentre in Trentino si attuava una “venetizzazione” della grande distribuzione: «Il Sud Tirolo ha sfruttato al meglio la sua autonomia, valorizzando le produzioni locali e la filiera corta. In Trentino si è investito solo in ipermercati e in giganteschi centri commerciali».

IL RUOLO DI SINDACATI E POLITICA

Caramelle riflette sull’esito delle elezioni provinciali: «Tutti i partiti principali, dal Pd fino al centrodestra, hanno fatto propri i “10 punti in 5 anni” proposti dalle associazioni padronali: un programma politico fatto di privatizzazioni, esternalizzazioni e inquinamento, che si disinteressa dell’ambiente e dei lavoratori precari. Sarà questo il programma di governo della nuova giunta».

A pochi giorni dall’inizio del congresso Cgil, Caramelle (confermato alla guida della categoria) ha inoltre mosso delle critiche all’attuale dirigenza della Cgil trentina: «Non ha prodotto un modello alternativo di sviluppo, ha perseguito l’unità sindacale a tutti i costi e non ha garantito l’autonomia del sindacato nei confronti dei governi “amici”. Serve una Cgil meno accomodata nel palazzo. La Filcams è orgogliosa di essere il più grande sindacato di lavoratori Cgil, con 6700 iscritti».

Chiamato in causa, il segretario provinciale Franco Ianeselli, presente al congresso, ha risposto: «I congressi servono per discutere e non per fare la caricatura degli altri: un sindacato è autonomo se è capace di dire dei sì e dei no alla politica, in virtù di un suo proprio progetto. Noi rivendichiamo i risultati raggiunti in questi anni di confronto con la giunta: tra questi, l'assegno unico, il fondo di solidarietà e i risultati di Agenzia del lavoro. Se è vero che Filcams è un grande sindacato con 6700 iscritti, bisogna però domandarsi come mai nelle assemblee di base ne sono stati coinvolti appena 380».













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