«Sait, i licenziamenti si possono impugnare» 

Ieri i 67 lavoratori che hanno già ricevuto la lettera riuniti in assemblea alla Cgil E secondo gli avvocati c’è uno spiraglio per fare dei ricorsi individuali



TRENTO. I licenziati del Sait sono pronti a dare battaglia e il sindacato cerca di trovare le strade per ricollocarli tutti. Al momento sono arrivate 67 lettere di licenziamento invece delle preventivate 80 e ieri i licenziati si sono riuniti in assemblea alla sede della Cgil insieme a tre avvocati. I tre legali, Sonia Guglielminetti, Stefano Giampietro e Lorenza Cescatti, hanno illustrato le scadenze che attendono le persone che sono state licenziate e hanno spiegato che ci sono degli spiragli per impugnare il provvedimento del Sait. In particolare al termine della riunione l’avvocato Guglielminetti ha detto che ci sono margini per impugnare il criterio meno oggettivo, e non previsto dalla legge, sulla base del quale si è proceduto a stilare la graduatoria in base alla quale il Sait ha proceduto ai licenziamenti.

Roland Caramelle, segretario della Filcams Cgil, ha anche spiegato ai lavoratori che il sindacato non li lascerà soli: «Il presidente Rossi ha preso un impegno per non lasciare a casa nessuno di questi lavoratori e noi lo prendiamo in parola. L’accordo con i sindacati prevede che 20 saranno riassorbiti dalla Cooperazione entro due anni, ma noi chiediamo che anche tutti gli altri licenziati possano trovare un posto di lavoro al più presto. La politica ha preso un impegno e deve mantenere la parola data». Per non sbagliare ieri partecipava all’assemblea anche la responsabile della formazione della Cgil.

Lo scopo evidente è quello di puntare sulla riqualificazione dei lavoratori, consapevoli che una ricollocazione passa proprio dalla formazione e dalla capacità dei lavoratori di reinventarsi. Quindi saranno battute tutte le strade per trovare un nuovo posto di lavoro ai 67 licenziati. Questo sena dimenticare le vie legali. Ma quella è una scelta individuale, visto che il sindacato ha firmato l’accordo con il Sait proprio per evitare che il conto dei licenziati arrivasse fino a quota 116, come annunciato dall’azienda. Caramelle, però, non rinuncia a chiedere chiarezza anche su alcune recenti mosse del Consorzio: «In queste settimane l’azienda sta offrendo incentivi all’esodo anche a chi non è interessato dalla mobilità. Che vuol dire questo? Se qualcuno dovesse accettare l’incentivo si ridurrebbe il conto dei licenziati oppure aumenterebbe il numero totale delle uscite? L’azienda dovrebbe fare chiarezza su questo punto. E dovrebbe anche chiarire se il costo di questi incentivi fa parte del milione e 300 mila euro previsto dall’accordo. Quei soldi dovevano andare ai licenziati e ai corsi di riqualificazione».













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