Mobilità ed equità: un difficile binomio
Boeri all’inaugurazione del Festival: «Dobbiamo consentire di emergere a chi ha le capacità». Rossi: «Questa è una terra di gran sperimentazione»
TRENTO. Mobilità sociale: questo il tema scelto per la decima edizione del Festival dell'Economia, che si è aperto nella sala Depero della Provincia con l'ormai tradizionale evento inaugurale, a cui hanno preso parte il governatore del Trentino Ugo Rossi, il responsabile scientifico, ora anche presidente dell'Inps, Tito Boeri, il presidente dell'Università di Trento Innocenzo Cipolletta, il rettore dell'ateneo trentino Paolo Collini, l'editore Giuseppe Laterza, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, il chief economist del gruppo Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice, la curatrice della mostra del decennale Nunzia Penelope.
In tutti gli interventi un concetto è ritornato: la mobilità sociale mette assieme la legittima esigenza di una maggiore equità, consentendo a chiunque abbia dei talenti di emergere, e l'imperativo dello sviluppo economico, perché laddove la mobilità sociale è più elevata anche i livelli di crescita e di benessere diffuso sono più alti. Ma attenzione: spesso è più facile parlare di mobilità sociale che lavorare convintamente affinché essa diventi realtà, perché mobilità significa anche messa in crisi di equilibri consolidati.
Nel suo saluto iniziale, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ha richiamato l’accoglienza che Trento ha sempre riservato a questa manifestazione, con i suoi spazi, i suoi volontari, le tante iniziative “di contorno”. Cipolletta ha ricordato come il tema scelto, la mobilità sociale, sia controverso, cosa che può essere rinvenuta anche nei comportamenti privati di ogni cittadino.
«Spesso si è orgogliosi della mobilità sociale nel passato - ha sottolineato - e molto più cauti su quella del presente o del futuro». Un esempio è quelli degli immigrati dai paesi più poveri, che l’Europa cerca di tenere lontano da sé. Per il rettore Collini il Festival dell'Economia di Trento è però esso stesso uno strumento di mobilità sociale, mettendo il sapere degli specialisti a disposizione di tutti i cittadini e favorendo un libero confronto su temi sempre di grande attualità.
Il direttore scientifico del Festival Tito Boeri ha ricordato come il tema della prima edizione era stato ricchezza e povertà, speculare a quello di quest’anno. La mobilità sociale è importante per ragioni di equità, naturalmente, ma anche di efficienza e di crescita economica, perché mobilità «vuol dire consentire a chi ha le capacità di emergere». Tuttavia la crisi ha impattato più fortemente sui segmenti più poveri della società e in particolare sui giovani, molto meno su chi è benestante. Il divario, insomma, si è allargato. Lo stesso vale anche su scala europea.
Nella sua nuova veste di presidente dell’Inps Boeri ha inoltre auspicato che l’Istituto possa dare un contributo alla crescita dell’equità sociale e al miglioramento del welfare del Paese. Per Laterza «il Festival è un investimento in conoscenza, diffusa, accessibile, per quanto possibile, capace di presentare punti di vista diversi e anche di fare autocritica».
Gregorio De Felice ha sottolineato come la Banca Intesa Sanpaolo è sempre stata felice di sostenere questa manifestazione. «Mobilità sociale in letteratura è associata a crescita economica - ha detto - ma anche a qualità della crescita. Gli ultimi dati ci dicono che l’Italia è uscita dalla recessione almeno sul piano congiunturale. Ma non possiamo accontentarci di questo, dobbiamo puntare su una crescita che produca anche coesione sociale. Il modello americano per noi non va bene».
Infine il governatore del Trentino Ugo Rossi, che ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa manifestazione, compresi i tanti volontari. «Una decima edizione ricca di grandi nomi - ha detto - , ma che conferma la caratteristica vincente del Festival, la sua accessibilità a tutti pur nel rigore dell’approfondimento scientifico. Per il Trentino la mobilità sociale è essenziale: in questa direzione vanno gli investimenti in scuola e università, nelle infrastrutture telematiche e nei servizi, nella crescita della nostra competitività.
Il Trentino ha anche sperimentato già da qualche anno il reddito di cittadinanza e sta approntando una batteria di ammortizzatori sociali innovativi. Lo stesso dicasi per previdenza e sanità. Tutti questi sono elementi che favoriscono la mobilità e la coesione. Ma quale mobilità sociale vogliamo? Una mobilità sociale che riguarda le persone ma anche i territori, e questo significa accettare la logica del merito, della competizione, dell’orientamento ai risultati. Non è un peccato parlare di business».