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La Dana vuole cedere i siti produttivi italiani, il dossier all’esame del governo

Il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, ha risposto a un'interrogazione sulla multinazionale statunitense operante nel settore della meccanica e componentistica automotive: «Salvaguardare l’occupazione»



ROMA. "L'obiettivo del ministero è quello di salvaguardare l'occupazione e il tessuto economico-produttivo del Paese, adottando ogni ulteriore misura possibile per contrastare la delocalizzazione delle imprese italiane, oltre a quelle già assunte con il decreto legge Asset, che ha previsto per le imprese che lasciano il nostro Paese dopo aver ricevuto incentivi pubblici negli ultimi dieci anni sanzioni da due a quattro volte l'importo dell'aiuto fruito". 

Lo ha detto il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, rispondendo a un'interrogazione sul caso Dana, multinazionale statunitense operante nel settore della meccanica e componentistica automotive, che ha annunciato la volontà di cedere i propri stabilimenti produttivi italiani in Trentino (ad Arco) e in Piemonte. 

Bitonci ha ricordato che "il Ministero, non appena ricevuta tale notizia, ha convocato tempestivamente i rappresentanti dell'azienda statunitense Dana per ottenere spiegazioni in merito alla cessione delle attività" e che "in quella sede, alla luce delle determinazioni espresse dall'azienda, si è concordato che l'obiettivo fondamentale è garantire i posti di lavoro e salvaguardare il futuro di una filiera industriale importante per l'economia del Trentino e per tutto il territorio italiano". "Le parti - ha concluso - continueranno a confrontarsi nelle sedi più adeguate, aziendali, regionali e ministeriali".













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