l’intesa

Famiglie Cooperative, rinnovato il contratto integrativo ma solo con la Cisl: interessati 1.900 lavoratori. Il no della Cgil

La Federazione esprime soddisfazione per l’intesa raggiunta con Fisascat e conferma la disponibilità a proseguire il dialogo con le sigle non firmatarie. Dal Sasso: «Percorso tortuoso ma abbiamo lavorato per una soluzione che va nella direzione di un miglioramento comune». Bozzato della Filcams: "Non possiamo accettare deroghe agli accordi nazionali a fronte anche di un peggioramento economico" (nella foto la stretta di mano fra Dalpalù e Bertolissi)



TRENTO. Un contratto che guarda al futuro, migliora la qualità della vita lavorativa e rinnova il sistema di relazioni sindacali tra cooperazione e lavoratori. La Federazione Trentina della Cooperazione annuncia con soddisfazione la firma del nuovo contratto integrativo provinciale delle Famiglie Cooperative, un accordo frutto di un lungo e intenso lavoro di mediazione durato oltre due anni e mezzo di trattative.

“La firma con Fisascat Cisl, organizzazione che rappresenta la maggioranza dei circa 1.900 lavoratori del sistema, segna un punto di svolta, ma lascia anche un rammarico: l’assenza delle altre sigle sindacali, Filcams Cgil e Uiltucs, che non hanno aderito all’intesa”. Tuttavia, la Federazione ribadisce la volontà di tenere “la porta sempre aperta” per il dialogo, così com’è stato fino ad oggi, con l’obiettivo di costruire un percorso condiviso che coinvolga tutte le parti.

“È stato un percorso molto difficile e tortuoso, - ha dichiarato Paola Dal Sasso, vicepresidente del settore consumo della Federazione Trentina della Cooperazione - frutto anche della complessità delle istanze portate da tutti gli attori della trattativa, ma siamo convinti di aver lavorato per una soluzione che va nella direzione di un miglioramento comune. Avremmo voluto un accordo unitario con tutte le sigle sindacali, ma non sempre la mediazione viene percepita come giusta. Tuttavia, il nostro obiettivo rimane chiaro: lavorare per il bene dei lavoratori e delle cooperative. La nostra porta rimane aperta”.

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La trattativa per il rinnovo del contratto integrativo è stata lunga e complessa, con momenti di tensione e di rottura. Dalla disdetta del vecchio contratto a febbraio 2023 alla disapplicazione formale del 30 aprile 2024, il percorso non è stato privo di difficoltà. La Federazione ha sempre ribadito la volontà di trovare soluzioni condivise e, nonostante le divergenze, ha prorogato più volte la disdetta per favorire il dialogo e il confronto.

“In due anni e mezzo abbiamo lavorato con determinazione, senza mai sottrarci al confronto - ha sottolineato Italo Monfredini, vicepresidente vicario della Federazione e delegato sindacale -Abbiamo ascoltato tutte le proposte e cercato di accogliere le esigenze dei lavoratori e delle cooperative. Questo contratto, molto innovativo in termini di proposta, è il risultato di uno sforzo congiunto e di una visione che guarda al futuro. Siamo rammaricati dell’assenza delle altre sigle sindacali ma siamo aperti a proseguire il confronto con tutti”.

 

Il no della Cgil

Un'incomprensibile accelerazione nella trattativa sul rinnovo del contratto delle famiglie cooperative ha portato la Filcams Cgil a comunicare ieri sera via mail la decisione di non sottoscrivere l'accordo e dunque di non partecipare, oggi pomeriggio, all'incontro per formalizzare la firma. Incontro che è stato convocato da via Segantini ieri dopo le 21. "Abbiamo deciso di non sottoscrivere l'intesa perché mancano le condizioni per noi indispensabili a rinnovare il contratto. Oltre che una questione di merito, però, poniamo una questione di metodo. Abbiamo presentato delle osservazioni e avremmo auspicato un confronto anche su questi contenuti. La nostra proposta di mediazione, invece, è caduta nel vuoto e a questo punto per coerenza con il mandato dei nostri iscritti non sigliamo l'accordo".

Filcams ha ritenuto non accoglibili le richieste di deroga ai contratti nazionali che le Famiglie cooperative vogliono introdurre su banca ore per i part time, contratti a chiamata, estensione della stagionalità e flessibilità. "Non ci siamo posti in posizione di muro, però abbiamo ribadito che non possiamo sottoscrivere deroghe che vanno incontro alle richieste di flessibilità organizzativa delle aziende ottenendone in cambio anche un peggioramento delle condizioni retributive, con l'introduzione di una quota variabile consistente del contratto legato ai risultati aziendali".

Altro punto centrale per Via Muredei era l'impegno a mettere nero su bianco la transitorietà dell'accordo sulla variabilità. "Se è una situazione emergenziale come tale va gestita. Per noi non c'è questa assunzione di impegno, rimarca Bozzato, che sottolinea comunque un passo avanti nell'individuazione del principio per cui le famiglie in crisi dovranno avviare un tavolo sul risanamento entro due mesi dalla presentazione del bilancio. "E' un principio innovativo di cui rivendichiamo l'importanza. Così come formulato però al momento si traduce solo in una dichiarazione di intenti, non in una sufficiente assunzione di responsabilità. Crediamo al contrario che si debba fare un passo avanti con un ragionamento più ampio di sistema. Accanto allo sforzo indispensabile delle 15 coop che più subiscono gli effetti della concorrenza affrontando le difficoltà anche attraverso le fusioni, l'assunzione di responsabilità e gli strumenti di solidarietà debbono coinvolgere tutti le 65 cooperative", conclude Bozzato.













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