Euricse: le cooperative meglio delle spa

Lo studio su cinque anni di bilanci: creano maggiore valore aggiunto. Borzaga: «E vincono pure sulla liquidità»


di Silvia Siano


TRENTO. Le cooperative meglio delle società di capitali. Le prime tendono a mantenere, anche in condizioni economiche sfavorevoli, una maggiore stabilità dei redditi da lavoro dipendente, mentre le seconde sono più soggette agli andamenti ciclici, a cui reagiscono contraendo i redditi destinati al lavoro dipendente, soprattutto attraverso il ricorso alla cassa integrazione. A dirlo è uno studio elaborato dall’Euricse Trento su un campione di 222 coop e di 191 società per azioni trentine. Un confronto sui bilanci aziendali dal 2006 al 2010 porta ad affermare che le cooperative sono in grado di produrre maggiore valore aggiunto e reddito da lavoro dipendente. «Abbiamo preso in esame - spiega Carlo Borzaga, presidente Euricse - realtà con un fatturato superiore ai 500 mila euro ed utilizzato tre indicatori: le variazioni del valore aggiunto, quelle dei redditi da lavoro dipendente e l’andamento delle disponibilità liquide. In questo modo abbiamo potuto verificare le performance delle due tipologie di impresa sia dal punto di vista del valore prodotto complessivamente, che dell’equilibrio finanziario e della capacità di fronteggiare i debiti».

Che le cooperative abbiano una marcia in più lo dimostra l’analisi dei dati aggregati: tra il 2006 e il 2010, le cooperative hanno avuto una crescita nettamente superiore rispetto a quella delle società per azioni, sia in termini di valore aggiunto che di redditi da lavoro dipendente. Le cooperative hanno realizzato una crescita del valore aggiunto del 31,45% e dei redditi da lavoro dipendente del 32,43%. Nelle società per azioni la crescita è stata molto più contenuta: +12,16% relativamente al valore aggiunto e +11,87% relativamente ai redditi da lavoro dipendente. La più sostenuta dinamicità delle cooperative è confermata anche dal più ampio confronto tra i tassi di crescita delle stesse e quelli dell’intera economia provinciale (tab. 3): nel periodo 2006 - 2009 i primi crescono nettamente più dei secondi (21,86% contro 8,16% per il valore aggiunto e 22,59% contro 11,72% per i redditi da lavoro dipendente).

«La miglior performance delle cooperative - prosegue Borzaga - è confermata anche dall’analisi dell’indicatore di liquidità. Nelle cooperative, infatti, lo stock di cassa e i crediti esigibili entro l’anno successivo bilanciano decisamente meglio delle spa i debiti di prossima scadenza in tutti gli anni considerati. Inoltre nelle cooperative l’indicatore mostra un trend in continua crescita, dallo 0,84 di inizio periodo allo 0,97 di fine, mentre nelle spa diminuisce negli anni 2007 e 2008 rispetto all’anno 2006 da 0,75 a 0,73, per poi recuperare fino a un valore di fine periodo dello 0,78, poco superiore a quello iniziale».

Le cooperative del terziario (81 contro le 55 spa), secondo lo studio elaborato con la collaborazione di Eddi Montanari, dottorando dell’Università dell’Insubria di Varese, poi sembrano non aver subito per nulla la crisi poiché nel 2009 il valore aggiunto è cresciuto del 9,04% e i redditi da lavoro dipendente dell’8,26%. Al contrario, la ricchezza prodotta dalle società per azioni nel medesimo anno ha subito una diminuzione del 14,53%, che si è ripercossa sui redditi destinati al lavoro dipendente (-19%). «Va da sé - precisa il presidente dell’Euricse - che la capacità delle coop di finanziare i propri investimenti è cresciuta molto di più di quella delle spa».

Come può uscire il Trentino dalla crisi? «Le piccole imprese - conclude Borzaga - riusciranno a sopravvivere solo se decideranno di consorziarsi, diversamente saranno destinate a chiudere».

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