Agricoltura

Danni da grandine e gelo, per gli agricoltori trentini 75 milioni di euro

I risarcimenti assicurativi per le ondate di maltempo soprattutto in val di Non e Rotaliana. I vertici di Codipra, Gaiardelli e Sartori: «Ormai fare agricoltura specializzata senza avere una copertura assicurativa è da irresponsabili»


Carlo Bridi


TRENTO. Entro Natale come da tradizione, al fine di permettere agli agricoltori di saldare le loro pendenze di fine anno, arriveranno nelle tasche di coloro che sono stati danneggiati da grandine e gelo, 75 milioni di euro. Due le aree particolarmente colpite: la valle di Non con due diverse grandinate del 29 giugno e del 22 luglio, e la Rotaliana con epicentro Cadino e Roverè della Luna particolarmente per il settore viticolo.

Ad confermarlo sono i dirigenti del Codipra Giorgio Gaiardelli e Marica Sartori, rispettivamente presidente direttore del Consorzio e direttrice.

«Quest’anno le gelate tutto sommato hanno fatto pochi danni perché la stagione vegetativa era in ritardo», sottolinea Marica Sartori, «mentre le grandinate hanno colpito molto fortemente arrivando fino a compromettere il 100% del prodotto in alcune zone.

Le grandinate di quest’anno hanno avute due caratteristiche molto negative: la grande vastità delle zone colpite e la percentuale di danno arrecato», precisa la direttrice del consorzio.

«Una cosa è ormai certa», aggiunge Giorgio Gaiardelli, «immaginare di fare agricoltura specializzata come la nostra senza un’adeguata copertura assicurativa è da irresponsabili».

Ebbene, i produttori trentini siano essi professionali che part time hanno dimostrato una grande maturità in merito alla copertura assicurativa: la quasi totalità dei loro prodotti è assicurata prova ne sia che quest’anno il valore del prodotto assicurato ha raggiunto i 500 milioni ai quali vanno aggiunti i fondi mutualistici che da un paio d’anno sull’esempio dell’Italia, e del Trentino in particolare, sono stati riconosciuti e finanziati dall’Unione europea con un contributo del 70%.

In totale, ricorda Marica Sartori, in fondi incassati a sostegno del sistema assicurativo agricolo in trentino sono stati di oltre 41 milioni per le polizze e 8 per i fondi mutualistici sfiorando così i 50 milioni di euro, una cifra tutt’altro che disprezzabile che è arrivata al mondo agricolo trentino, precisano i vertici di Codipra. Non dobbiamo dimenticare che è stato proprio il Trentino all’inizio degli anni 2000 ad attivare per primo questo fondo.

I nuovi canali di copertura.

«Dal 2019 sono stati attivati tre nuovi fondi per la stabilizzazione del reddito che sono importanti al pari delle polizze contro la grandine», afferma la direttrice Sartori, «si tratta di un fondo di stabilizzazione del reddito per le mele, di uno per il latte e di uno per le fitopatie. Tutti sostenuti dai fondi comunitari».

«Il Trentino nel 2019 è stato il promo Consorzio a fare domande all’Unione europea e quest’anno il secondo consorzio», ricorda il presidente Gaiardelli. «Con la Pac 2023, ci sarà un ulteriore finanziamento che verrà dal 3% dei fondi assegnati al primo pilastro che saranno impegnati per questa attività di tutela del reddito degli agricoltori».

L’importanza della sinergia con i sistemi di difesa attiva

«Il fatto di poter contare su un buon sistema di difesa passiva, non ci esonera dal valorizzare al meglio tutti gli aiuti che ci possono venire dalla difesa attiva», precisa ancora Sartori: reti antigrandine, sistemi anti brina, irrigazione contro la siccità sono tutti sistemi che vanno affinati assieme ad un altro aiuto che ci può venire dalle nuove tecnologie. «Fondamentale sarà sempre più in futuro utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dalla digitalizzazione, l’Itas ha già utilizzato molto quest’anno e la cosa le ha permesso di anticipare la liquidazione della propria parte dei danni sulla base delle perizie fatte dai propri periti assicurativi».

In conclusione, viste le modifiche climatiche sempre più numerose e più violente dovrà essere valorizzata al massimo la collaborazione fra tutti gli attori interessati: produttori, consorzio, centri di ricerca, organizzazioni professionali e cooperative, per un sistema di copertura dai rischi efficiente. «Solo in questo modo riusciremo a garantire un futuro alla nostra agricoltura», concludono Gaiardelli e Sartori.













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