Da operaio a agricoltore nei campi di Nogaredo 

Storie di agricoltura. Tullio Parisi ha scommesso sull’impresa viticola solo a 40 anni, dopo 15 di lavoro alla Sony di Rovereto. Da poco si è aggiudicato il premio “La Vigna Eccellente”


Carlo Bridi


Brancolino. Quella che raccontiamo oggi è la storia di un bell’imprenditore agricolo, che a 40 anni dopo 15 anni di lavoro alla Sony, con la messa in cassa integrazione ha scelto di fare l’imprenditore agricolo a tempo pieno. Parliamo di Tullio Parisi, 55 anni, con azienda a Brancolino di Nogaredo che per la verità una mano nell’azienda di famiglia la dava anche quando era dipendente, ma che a 40 anni con l’aiuto anche del premio d’insediamento è diventato titolare di un’azienda viticola di 2,5 ettari. Un’azienda la sua che nell’arco di 15 anni ha raggiunto i 7 ettari, dei quali il 60% in proprietà e il resto in affitto. Ma per Parisi non è stato faticoso il rientro a tempo pieno in azienda perché l’agricoltura è sempre stata la sua passione, tant’è che ora ha il rimpianto di non aver lasciato il posto nell’industria dieci anni prima. Parisi è un imprenditore con idee chiare anche per quanto riguarda il contesto nel quale gli imprenditori agricoli operano. «Io - afferma - ho sempre creduto molto al gioco di squadra, e all’associazionismo». Per questo fin da giovane è stato consigliere provinciale dei Clubs 3P e poi quando è tornato in azienda è entrato nella Coldiretti arrivando a ricoprire un posto in Giunta, che è l’organo di governo dell’organizzazione posto che ricopre tutt’ora. Egli crede molto anche nella cooperazione e per questo è entrato in Vivallis in un momento in cui non andava bene e ne è diventato vice presidente, incarico che conserva tutt’ora, «ma ora siamo molto soddisfatti della gestione e dei risultati conseguiti, grazie al nostro direttore Mauro Baldessari», afferma. Di certo, precisa «la frequentazione degli organismi professionali a livello provinciale mi hanno formato e mi hanno fatta crescere la sensibilità per svolgere l’attività agricola in modo sostenibile».

Che sia un viticoltore di punta, lo dimostra il fatto che su oltre 40 partecipanti al concorso della Vigna Eccellente, che puntava non a premiare il miglior vino ma la migliore gestione del vigneto di Marzemino conclusasi da poco, è risultato vincitore con l’encomio della giuria presieduta dal professor Attilio Scienza. «Certo, per me è stata una sorpresa, non avrei immaginato di risultare il migliore conduttore di un vigneto di Marzemino. Questo risultato - spiega - non è solo il frutto del mio lavoro, ma di un lavoro di squadra con tutta la mia famiglia, mia moglie e le mie tre figlie. La più grande si è laureata in economia a Bolzano ed ora sta facendo la laurea magistrale, la seconda studia sociologia a Trento e la piccola vista la passione spero scelga l’Istituto Agrario di S. Michele come scuola superiore per dare continuità all’azienda. San Michele - ricorda Parisi - è stata la scuola che ho frequentato anch’io per un triennio del corso professionale». E il futuro? «È collocato fra progetti e sogni. Sono profondamente convinto che il futuro della nostra agricoltura sia legata a un modello come quello che vediamo in Alto Adige: un’agricoltura fortemente interconnessa con il turismo. Un Bed & Breakfast o un agriturismo per valorizzare al meglio almeno parte della nostra produzione vitivinicola è il mio sogno». Ma Parisi ha voluto diversificare anche le produzioni, aggiungendo alla viticoltura la coltivazione dei Kiwi, che quest’anno sono particolarmente belli, ottima qualità ottima pezzatura e buona produzione. Prodotto in fase di raccolto in questi giorni.

Quale il suo rapporto con l’ambiente? «Da sempre sono molto attento alle indicazioni che prima L’Ente per lo sviluppo dell’Agricoltura trentina, l’Esat e poi la Fondazione Mach hanno dato. Fin da subito - afferma - ho applicato con molta puntualità i protocolli di autodisciplina, in quanto ritengo che se applicati con buon senso e ragionando con la propria testa ti portano ad un sistema di difesa che è molto simile a quella del biologico. Ho pensato molto anche alla possibilità di trasformazione dell’azienda in biologica, ma ho concluso che non ci sono le condizioni nei terreni di fondo valle per portarla avanti. La mia sensibilità nei confronti dell’ambiente - precisa - è nata e si è sviluppata partecipando alla vita sociale ed economica; molto formativa è stata la presenza nell’Associazione Provinciale Clubs 3P e poi in Coldiretti, altre che all’interno di Vivallis. Sono convinto - sottolinea - che la strada di un corretto rapporto con l’ambiente sia l’unica strada che possiamo percorrere per lasciare un mondo vivibile ai nostri figli, cosa questa molto importante visto l’impazzimento del clima al quale stiamo assistendo».

Ma Parisi è molto attento anche a monte dell’azienda nella fase di acquisto dei mezzi di produzione, per questo è entrato nel direttivo di Sav Scorte Agrarie, per conto di Vivallis, che la controlla al 100%, ma anche nel cda di Co.Di.Pra costituito per la tutela del reddito degli agricoltori. «Certo - conclude -, i miei ex colleghi della Sony mi invidiano per la mia scelta che fra l’altro ti dà una libertà di intrapresa che non da nessun altro settore».















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