Consumi a picco: siamo tornati al 2004

A gennaio calo del 2,4% su base annua. I dati locali: il Trentino si allinea al Nord-Est e arretra più della media nazionale


di Luca Marognoli


TRENTO. Un’emorragia che sembra non avere fine. E che dimostra quanto sia grave la malattia, nonostante la cura da cavallo (per i detrattori del governo non utile quanto perniciosa) somministrata da Mario Monti. Lo dice l’Indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc), le cui variazioni sono state diffuse ieri: a gennaio la domanda di beni e servizi su base annua è calata ancora. Di una percentuale - il 2,4% - che riporta l’Italia al 2004, un quadriennio prima dell’irrompere della crisi sui mercati globali. Nello specifico, il consumo di beni è sceso del 2,0%, quello di servizi del 3,7%.

Il Trentino non è affatto al riparo. Anzi: secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi dello stesso organismo di rappresentanza delle imprese, che differisce dall’Indice perché comprende più prodotti legati al mondo dei servizi e si basa sui dati Istat, i consumi per abitante in termini reali nel 2012 hanno subito una flessione del 4,8%: sulla stessa linea del Nord-Est, ma in misura maggiore rispetto alla media nazionale, misurata nel 4,4%.

Tornando all’Icc, che non è disaggregabile per singole realtà territoriali, ad impressionare è il tonfo della voce “beni e servizi per la mobilità”, l’unica con una flessione a doppia cifra: -10,1% rispetto al gennaio dell’anno precedente. Ma riduzioni dei consumi particolarmente significative hanno interessato anche gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-3,9%), l’abbigliamento e le calzature (-3,9%), tutti segmenti che scontano dal 2010 un notevole ridimensionamento della domanda.

In linea con quanto già accaduto nel 2012, solo il complesso dei beni e servizi per le comunicazioni ha mostrato una variazione positiva delle quantità acquistate dalle famiglie (+5,7% rispetto l’analogo mese del 2012).

I dati destagionalizzati mostrano a gennaio una riduzione dello 0,9% rispetto a dicembre. Per intensità questa evidenza è piuttosto inconsueta, spiega Confcommercio, dal momento che negli ultimi 36 mesi le variazioni uguali o peggiori di quella osservata a gennaio sono soltanto tre. Nel mese di gennaio, sia i servizi sia i beni hanno mostrato riduzioni di un certo rilievo, pari rispettivamente a -0,7% e -1,0%. La tendenza al ridimensionamento della domanda ha interessato, nel primo mese del 2013, tutte le funzioni di spesa (le maggiori contrazioni, pari allo 0,8%, si sono avute per alimentari bevande e tabacchi e per alberghi pasti e consumazioni fuori casa), «a segnalare come il permanere della crisi, che ha già modificato le abitudini di acquisto delle famiglie anche in termini di rapporto qualità/prezzo, stia comportando una riduzione generalizzata della domanda».

Uno degli effetti più evidenti della crisi è il cambiamento nei costumi alimentari degli italiani. E a farne le spese - sottolinea la Coldiretti - è stata soprattutto la carne rossa, sulla quale ha pesato nell’ultimo mese anche l’allarme generato dallo scandalo carne di cavallo. Anche qui, i numeri la dicono lunga: nel 2013 è crollato il consumo degli italiani con un taglio del 7% nelle macellazioni bovine nel primo bimestre, rispetto allo scorso anno.

Non solo: secondo i calcoli aggiornati dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori, dal 2008 ad oggi la perdita della capacità di acquisto da parte delle famiglie risulta pari al -14,1%. E le previsioni sono drammatiche: se nel 2012 la contrazione registrata risulta pari al -4,7%, nel 2013 vi sarà un’ulteriore diminuzione dell’1,4% che porterà il calo dei consumi nel biennio 2012-2013 al livello di -6,1% (con una caduta della spesa delle famiglie di -44 miliardi).

Cupo lo scenario tracciato da Codacons. «Il crollo dei consumi di gennaio - afferma il presidente Carlo Rienzi - associato al calo delle vendite record del 2012 (-4%), alle previsioni nere per il 2013 e ai dati estremamente negativi sull’occupazione, specie giovanile, diffusi solo pochi giorni fa, attestano come l’Italia si stia avvicinando a grandi passi alla situazione critica della Grecia».

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