Confindustria manda gli studenti al lavoro d’estate

Presentato il progetto «Dire, fare, lavorare» per favorire l’inserimento temporaneo nelle aziende dei più giovani



TRENTO. Studenti sia delle superiori che dell’università ma anche neo laureati per le imprese ma soprattutto per introdursi (d’estate quando gli studi meglio lo permettono) nel mondo del lavoro. È questa l’idea di fondo di «Dire, fare, lavorare» l’iniziativa presentata ieri mattina a Palazzo Stella dal presidente di Confindustria Trento Paolo Mazzalai con il direttore Roberto Busato e il presidente dell’Agenzia del Lavoro Michele Colasanto. «Dire, fare, lavorare» è pensata per incoraggiare l’inserimento temporaneo in azienda, nel periodo estivo, di studenti di licei, istituti tecnici e professionali, universitari e neolaureati. L’obiettivo è, come detto, quello di consentire agli studenti di fare esperienza lavorativa già in età scolare e alle aziende di entrare in contatto con giovani motivati: «È il modo di unire al valore intellettuale dell’apprendimento scolastico, quello pratico dell’esperienza fatta con le mani – ha spiegato il presidente Mazzalai -. Una piccola innovazione nelle relazioni tra domanda e offerta, applicata alla fascia dei giovani, dove le difficoltà, in questo momento, sono maggiori«. Le modalità contrattuali attraverso le quali potrà formalizzarsi la permanenza del giovane in azienda, in un periodo compreso tra giugno e ottobre, sono due. Da una parte il tirocinio di orientamento, con una durata compresa tra le 2 e le 12 settimane. Dall’altra il contratto a termine, applicabile da un minimo di 2 settimane a un massimo di 15. Sarà l’Agenzia del Lavoro a raccogliere le adesioni degli studenti e ad indirizzarle alle aziende sulla base dei profili richiesti. «Combinare scuola e lavoro è ormai una strada obbligata – questo il commento del presidente dell’Agenzia del Lavoro Michele Colasanto -. Nei paesi in cui è una consuetudine, la disoccupazione giovanile è più bassa. Si tratta di un progetto dal valore sociale perché il lavoro è il luogo in cui si apprende la società; dal valore culturale, perché consente ai ragazzi di capire davvero cos’è il lavoro; dal valore motivazionale, perché è l’occasione per fare appello alle proprie passioni e attitudini».

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