Cantina Lavis, l’obiettivo è il rilancio

Prima assemblea con il nuovo Cda, il neopresidente Paolazzi annuncia: debiti in calo, verranno ripianati con dismissioni


di Carlo Bridi


LAVIS. Prima assemblea ieri per il nuovo presidente della Cantina Lavis che dopo due anni di commissariamento ha ritrovato il normale governo della società con un Cda e un presidente nuovi. Matteo Paolazzi, ai margini dell’assemblea, confida di aver accettato la scommessa di mettersi in gioco, pur avendo solamente 35 anni, «per il rilancio della cantina». Buon senso, grande fiducia nel futuro, ma anche grande serenità nell’affrontare i complessi problemi che la Lavis ha in agenda. «La cantina deve guardare avanti, recuperare il tempo perduto, e la credibilità compromessa e per questo deve avere la fiducia e il sostegno dei soci e non le critiche finalizzate a danneggiare la società». A tal proposito la rabbia dei soci nei confronti del socio Nicola Salvati è forte, per il danno procurato alla cantina. Ieri l’assemblea ha innanzi tutto deliberato i compensi degli amministratori 60 mila euro lordi per il presidente, 5 mila per il vice e 1500 per i componenti del Cda più un gettone di 100 euro a seduta. Al presidente del Collegio sindacale andranno 16.500 euro e a sindaci 11.000 euro, il 25% in meno delle tariffe professionali per espressa volontà degli interessati.

La nomina dell’ad Marco Zanoni non era all’ordine del giorno, pur essendo ormai una questione formale in quanto è già stato indicato per acclamazione dall’assemblea dei soci di fine agosto. Il rinvio è dovuto al fatto che Zanoni avrebbe espresso il desiderio di completare alcune cose urgenti in Camera di Commercio prima di lasciare il suo prestigioso incarico di segretario generale. Per quanto riguarda i compensi pur non avendo ancora deciso nulla il Cda sa che il parametro di cui tener conto è quello del compenso percepito da Zanoni in Camera di Commercio.

Fra le altre cose discusse ieri il presidente integrato dal socio sovventore Zanoni ha fatto il punto sul piano di rilancio, informando i soci del buon andamento dei conti aziendali. Interessante il grafico sul trend dei prezzi liquidati ai soci: a fronte dei 50,30 euro di media dell’esercizio 2009-10 per il 2011 – 12, il prezzo medio è passato a 70,51 euro a quintale. Questo mentre l’esposizione debitoria verso banche è passata dai 44,2 milioni del giugno 2011 ai 42,8 del settembre 2012.

Nei prossimi mesi, ha affermato il presidente, si prevede una'ulteriore riduzione del monte debiti grazie ad alcune dismissioni previste dal Piano. Dall’anticipo del contratto di Novaledo 2,6 milioni, alla cessione della sede Girelli in Viale Verona (10,7 milioni), alla cessione della partecipazione Basilica Cafaggio circa 8 milioni per la quale la trattativa è ormai giunta quasi al termine. Va più a rilento la vendita dell’altra azienda Poggio Morino. Con queste operazioni il debito complessivo scenderà a meno di 60 milioni di euro, a fronte degli oltre 81 del luglio 2012. Fra le ipotesi, ma nulla di deciso, anche la cessione ad una primaria azienda di investimenti italiani di una quota fra il 10 e il 20% della Cesarini Sforza.

Molti i premi e riconoscimenti ai vini della Lavis : il Trentodoc Aquila Reale di Cesarini Sforza ha ricevuto i tre bicchieri della guida Gambero Rosso e il riconoscimento per il miglior spumante metodo classico italiano, il Cesarini Sforza Brut (metodo Charmat) ha ricevuto il riconoscimento Slow Food per il migliore rapporto qualità-prezzo. Nel frattempo è in fase di completamento la nuova rete di distribuzione “Horeca” sul territorio nazionale composta da un totale di 78 rapporti di agenzia pari a 100 agenti.

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