Embraco 

Calenda infuriato: «Subito chiarimenti: vicenda indecorosa» 

BRUXELLES. Il rinvio voluto dall'Embraco dell'incontro al Mise con azienda e sindacati, previsto oggi, manda su tutte le furie il ministro Carlo Calenda. Come già aveva annunciato a Torino una...



BRUXELLES. Il rinvio voluto dall'Embraco dell'incontro al Mise con azienda e sindacati, previsto oggi, manda su tutte le furie il ministro Carlo Calenda. Come già aveva annunciato a Torino una settimana fa, il ministro scrive alla commissaria Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, e chiede che, sulle vicende Embraco e Honeywell, vengano monitorate «le politiche fiscali e di incentivi diretti» del Governo slovacco per «accertarsi» che rispettino le regole Ue sugli aiuti di Stato. «Non è possibile - afferma il ministro - che i Paesi dell'Est, che beneficiano di tantissimi supporti dal punto di vista dei fondi Ue, non si riconoscano in nessuna delle responsabilità che l'Europa impone e facciano una politica chiarissima di dumping fiscale e sociale per attrarre manifattura dai nostri paesi. Questo è inaccettabile». L'Embraco, azienda del gruppo Whirlpool, ha deciso di chiudere lo stabilimento di Riva di Chieri, nel torinese, licenziando 500 lavoratori per delocalizzare in Slovacchia la produzione di compressori per frigoriferi. Il ministro ha chiesto di ritirare la procedura di mobilità e trasformarla in cassa integrazione consentendo così di valutare proposte di reindustrializzazione dell'area. L'azienda però continua a prendere tempo sostenendo di dovere aspettare il via libera dalla proprietà brasiliana. Così l'incontro di previsto per oggi è stato rinviato a lunedì 19 febbraio. «Sono letteralmente basito dal comportamento di questa multinazionale, una vicenda indecorosa», commenta Calenda. Il fatto che i paesi dell’Est che beneficiano peraltro di fondi europei, facciamo dumping per attirare produzioni dal resto dell’Europa è una cosa non più tollerabile, aveva già detto il ministro. «Abbiamo sbagliato, con l’allargamento, ma non vuol dire che dobbiamo subire questo».















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