Alla Fem la prima carta in difesa delle api
Il documento, elaborato a partire da un’idea dei tecnici di San Michele. è stato presentato ieri
TRENTO. Alla Fondazione Mach la prima carta in tutela delle api scritta dalla comunità scientifica. L'ape, gestita dagli apicoltori da molti millenni, svolge un ruolo insostituibile per la conservazione della biodiversità e per la salvaguardia delle produzioni agricole; non deve essere considerata un animale domestico, ma componente fondamentale della fauna selvatica. Parte da questa premessa il primo documento elaborato dalla comunità scientifica italiana per la salvaguardia dell'ape da miele. Un documento che nasce alla Fondazione Edmund Mach, con il contributo delle principali istituzioni che si occupano di api e apicoltura in Italia. Oggi a San Michele all'Adige si è svolta la sottoscrizione e la presentazione ufficiale.
L'evento è patrocinato da Provincia autonoma di Trento, Accademia Nazionale Italiana di Entomologia, Società Entomologica Italiana, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, WBA World Biodiversity Association onlus. Sono intervenuti, in apertura, l'assessore provinciale all'agricoltura, Michele Dallapiccola e il presidente FEM, Andrea Segrè. Sono seguite la lettura e la firma della Carta di San Michele con la regia di Paolo Fontana, responsabile del programma di sperimentazione e consulenza in apicoltura della Fondazione Mach. E poi spazio alle relazioni scientifiche curate dai principali estensori della Carta. «Il primo grande risultato della Carta di San Michele all’Adige -spiega il presidente FEM, Andrea Segrè, primo firmatario- è aver stimolato la nascita di una rete di istituzioni scientifiche che, in sinergia, hanno redatto un consensus paper su una tematica fondamentale per la protezione della biodiversità. Questo è il punto imprescindibile di partenza per aprire la sottoscrizione della Carta al mondo civile e politico». La scelta del nome del documento e della location per la firma non è casuale -ha aggiunto Segrè : «la Fondazione Mach vanta una lungo impegno tecnico e scientifico nell’apicoltura, una tematica che rientra pienamente nell’approccio OneHealth della salute unica e globale tra esseri umani, animali e ambiente». L'assessore provinciale all'agricoltura, Michele Dallapiccola ha sottolineato l'importanza di questo documento. «Si tratta di un approccio globale al problema del mantenimento di un elemento essenziale del nostro ambiente e della nostra agricoltura: l'ape; strumento di progresso, di diversità, indicatore ambientale di qualità e di benessere. Elemento sostanziale della catena dell'impollinazione, ma anche capace di darci la misura della nostra capacità di gestione del nostro ambiente e del mantenimento della qualità complessiva. Che la politica, l'amministrazione e i tecnici si ritrovino uniti sotto una unica responsabilità è la sintesi di questo incontro ». L“Appello per la tutela della biodiversità delle sottospecie autoctone di Apis mellifera Linnaeus, 1758 in Italia”, parte da una traccia elaborata dagli entomologi di San Michele.