«Al Trentino ora serve una scossa» 

Zobele preoccupato per la frammentazione del quadro politico chiede anche che si vada avanti con la riforma delle Bcc


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Quando sento parlare di quattro poli per le elezioni provinciali mi vengono i brividi», Il presidente di Confindustria Trento Enrico Zobele durante l’assemblea annuale ha dedicato larga parte della sua relazione alla situazione politica, sia nazionale che provinciale, e ha espresso forti preoccupazioni. Per il Trentino, si è detto preoccupato per la forte frammentazione: «Leggo che anche il mio amico Roberto De Laurentis vuol presentare una lista. Ci preoccupa il fatto che abbiamo tanto sentito parlare di nomi e quasi nulla di programma e di visioni per il futuro». Un richiamo ai politici ampiamente presenti nelle prime file dell’auditorium dell’Interporto. C’erano il presidente della Provincia Ugo Rossi, il vice Alessandro Olivi, una vasta delegazione di consiglieri provinciali, tutta la delegazione parlamentare della Lega, ovviamente industriali di vaglia a partire da Ilaria Vescovi e Lorenzo Delladio, ma anche la nuova presidente della Federazione della Cooperazione Marina Mattarei, insieme al direttore Alessandro Ceschi, accolta da un caloroso e lungo applauso. Zobele non ha voluto seguire una trama diplomatica, ma ha parlato chiaro.

Ha ricordato le buone performances del Trentino, ma ha anche detto che ancora sono troppo timide se confrontate con i risultati dell’Alto Adige op del Tirolo, tanto che il Pil pro capite è cresciuto troppo poco rispetto ai nostri vicini: «Stiamo viaggiando più lentamente anche della media europea. Se continua così, tra meno di 10 anni saremo al livello medio del Pil pro capite dell’Europa a 28 membri».

Per questo, ha detto il presidente «serve una scossa. Occore far crescere il Pil, se vogliamo mantenere i livelli di benessere ai quali il Trentino è abituato». Tutti devono fare la propria parte, «ma sia chiaro a tutti che questa crescita non può arrivare dal settore produttivo. Le imposte verste dall’industria trentina già ammontano a più di 200 milioni». Però il presidente ha riconosciuto che comunque occorrono investimenti in innovazione. Dopo aver rivendicato il peso e il ruolo del sistema industriale trentino, Zobele ha attaccato sul piano delle infrastrutture. Ha ricordato che l’opera di gran lunga più importante che sta interessando il Trentino è il Tunnel del Brennero. Senza nominare i 5 Stelle, si è detto preoccupato per la loro politica del no alle grandi opere: «Apprendo con una certa preoccupazione che una forza politica che si candida a guidare il Trentino ha già presentato il proprio programma in tema di trasporti basato su una serie di No alle opere di cui ha bisogno la nostra provincia, a cominciare dalla ferrovia ad alta capacità del Brennero». Però ha apprezzato la firma in extremis da parte del ministro grillino Danilo Toninelli del memorandum per il tunnel. E, infine, si è detto sconfortato per la lunga telenovela del Not, con una gara che si trascina da anni e che ci darà «un progetto già vecchio di 10 anni».

Ma sul capitolo del credito è arrivato un altro attacco al Movimento 5 Stelle 3 e in particolare al ministro Riccardo Fraccaro che ha parlato di uno stop alla riforma del credito cooperativo: «La crescente domanda di finanziamento del settore produttivo a livello locale non è sostenuta dal sistema del credito. Siamo anche preoccupati per la mancanza di banche territoriali e per l’ultima uscita del ministro Fraccaro che vuol mettere in discussione il progetto di aggregazione del credito cooperativo». Insomma: non toccate la riforma del credito che rischia di bloccare la costituzione di un grande gruppo bancario a guida trentina.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Economia

Industria trentina: prosegue il calo delle assunzioni, allarme dei sindacati

I dati di ottobre dell'Agenzia del lavoro segnano un -13,8%, nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti nel manufatturiero sono scesi dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La perdita è compensata da posti meno qualificanti nel commercio e nell'agrcoltura. Cgil Cisl Uil chiedono alla Provincia misure più mirati e efficaci per aiutare il settore in sofferenza