Giunta regionale, affossate le quote rosa: basterà un’assessora
La maggioranza con un emendamento ha tolto l’obbligo della proporzione tra i due generi. Resta l’obbligo di rappresentanza delle donne nell’esecutivo. Kompatscher: «Un compromesso, auspicavo di meglio»
TRENTO. «Continuate a sostenere che è un argomento poco importante. Allora perché se ne discute di più, per più ore e con più impegno, che del bilancio?». Così Brigitte Foppa, dei Verdi, ha apostrofato i colleghi nel corso del lungo confronto che si è tenuto ieri in consiglio regionale, riunito a Trento per discutere il disegno di legge che garantisse la presenza delle donne nella giunta regionale «almeno in proporzione alla sua consistenza nel consiglio regionale».
Passa il compromesso al ribasso che prevede almeno una assessora in giunta. Tema infiammato, con la maggioranza (soprattutto Fratelli d'Italia e Lega) fermamente contraria, e con larga parte delle opposizioni, e un iniziale avvallo della Svp, favorevoli alla norma, resa necessaria dopo che a febbraio scorso, per una serie di incastri, si rischiò di avere una giunta regionale composta di soli uomini. Va ricordato che l'Alto Adige è l'unica provincia d'Italia in cui alle elezioni non vi è la preferenza di genere. Anche se non si è arrivati al voto (rinviato alla prossima seduta), la maggioranza si è riunita ed ha firmato un emendamento (proposto da Stefania Segnana, Lega) che stralcia dal disegno di legge l'obbligo della proporzione tra i due generi eletti in Consiglio.
E così anche se resta intatta la necessità di avere una rappresentanza di donne all'interno della giunta, con questo emendamento viene di fatto abolita la "quota rosa". Si dice molto «soddisfatta» la vicepresidente della Provincia di Trento Francesca Gerosa (FdI): «Resta la rappresentanza femminile, ma non deve essere una legge a quantificarla. Per me e Fratelli d'Italia questa è la conferma della nostra posizione: troppi paletti portano a troppa complessità». Il disegno di legge "Donne nella giunta della Regione" (Modifica alla legge regionale 20 agosto 1952, n. 25) presentato dal gruppo consiliare dei Verdi e dall'opposizione di centrosinistra, e co-firmato dalla Svp era sul tavolo ancora dal 16 ottobre ed era il frutto di una lunga concertazione.
Durissima Brigitte Foppa: «La Svp ha ceduto, firmando l'emendamento dell'assessora Segnana, che riduce la presenza obbligatoria delle donne nella giunta regionale a una sola. Con questa decisione la Svp dimostra quanto dipenda dalla politica retrograda dei suoi partner di destra. Il presidente della Regione, Arno Kompatscher, non deve versare lacrime di coccodrillo né illudere le persone di impegnarsi per le pari opportunità». Così Kompatscher: «Questo emendamento costituisce un compromesso, io auspicavo un passaggio migliore, ma il segnale è comunque stato lanciato».
Tutto nasceva dalle scorse elezioni, quelle dell'ottobre 2023: al formarsi della giunta regionale non restava nemmeno un posto per una donna. La situazione era stata poi risolta con l'escamotage di sostituire il vicepresidente Maurizio Fugatti con Giulia Zanotelli. Una "soluzione" non indolore perché comporta un'ulteriore complicazione quando si arriverà alla tradizionale staffetta: se infatti adesso presidente della giunta è Arno Kompatscher con vicepresidente Giulia Zanotelli, al cambio della guardia ci si ritroverà con Maurizio Fugatti presidente e una donna in rappresentanza della provincia di Bolzano. E di fatto Kompatscher e Fugatti non governeranno mai insieme, anche se era proprio questo il senso della staffetta.
Discussione lunga e articolata dunque con Marco Galateo (Fdi) che ha ribadito come «il mio partito non ha bisogno delle quote per lasciare spazio alle presenza delle donne in politica», ricordando la presenza di Giorgia Meloni, mentre Stefania Segnana (Lega) ha sottolineato la come «è già abbastanza complicato fare la giunta regionale, tenendo conto di tutte le esigenze». La Rete delle donne Trentino Alto Adige si sta organizzando per dimostrare la contrarietà alla legge dimezzata.