Agricoltura trentina, è stato un 2023 positivo in tutti i comparti
Trentodoc trainante nel settore vitivinicolo, forte l’aumento della domanda di mele e di piccoli frutti, prezzi di latte e formaggi aumentati e costi ridotti. Ma ci sono anche delle ombre
TRENTO. Siamo alla fine del 2023, e tentiamo a caldo un primo bilancio per la nostra agricoltura. Ovviamente un’agricoltura sempre più integrata a livello europeo livello al quale vengono prese molte decisioni, che delle volte stridono con le esigenze dei produttori agricoli di montagna, in quanto pensate per aziende di dimensioni diverse. Sul fronte della sostenibilità registriamo lo scampato pericolo per la norma che vietava drasticamente l’uso dei fitofarmaci. Per quanti riguarda la dimensione provinciale, il bilancio nel suo complesso è positivo in tutti i comparti pur con le difficoltà dovute agli aumenti dei costi di produzione ridimensionati solo nell’ultimo periodo. Sono queste in sintesi le valutazioni dei presidenti di Confagricoltura del Trentino Diego Coller e di Paolo Calovi presidente CIA del Trentino.
Ma vediamo l’andamento dei più importanti comparti agricoli del Trentino.
Il comparto melicolo a fronte di una produzione solo lievemente superiore a livello provinciale, alla produzione del 2022: 485.951 tonnellate a fronte delle 478.277 del 2022 con un più 2% a fronte di un più 16% dell’Alto Adige, dove la produzione ha superato un milioni di ton, il record degli ultimi 4 anni. Questo mentre si registra un’ottima qualità con un calibro superiore alla media, grazie alle favorevoli condizioni climatiche, molto favorevoli nella seconda metà della stagione: questa, assommata alla ridotta disponibilità di produzione a livello internazionale, e vista la forte riduzione di arance in Spagna, porta ad un netto aumento della domanda cosa che ha portato ad un ritocco significativo dei prezzi con la prospettiva di buone liquidazioni per i produttori. L’informazione puntuale ed aggiornata arriva da ASSOMELA l’associazione delle OP dei produttori di mele. Ma vi sono ancora della aree in sofferenza com’è il caso della SFT che non riesce ad uscire da una situazione negativa che dura da troppo tempo. Ora con l’arrivo di Melinda con i propri dirigenti ai vertici commerciali, c’è da sperare che le cose complice anche l’annata buona, cambino in fretta perché i produttori non reggono più questa situazione drammatica che vede errori dei manager fatti pagare ai frutticoltori.
Il settore vitivinicolo “Le premesse erano peggiori sia sul fronte produttivo a causa delle pesanti grandinate che ne hanno ridotta la produzione, che su quello commerciale, poi tutto sommato la situazione è migliorata. Certo non siamo in presenza di un settore in espansione, anzi il ridotto potere d’acquisto dei consumatori e il fatto che i grandi gruppi della GDO siano sempre più orientati alla promozione e vendita dei vini con il proprio marchio, non è per noi una cosa positiva perché ci impedisce di valorizzare i nostri marchi”. Ad affermarlo il presidente del Consorzio Vini del Trentino, il senatore Pietro Patton. Il fatto che a livello mondiale il consumo di vino nei primi 9 mesi del 2023 sia calato dell’8% ne è una prova evidente. E il Trentodoc? “Sicuramente è il settore trainante con nuovi record anno dopo anno, se è vero che nel 2022 il fatturato per i 13 milioni di bottiglie commercializzate di Trentodoc, è stato superiore ai 180 milioni, dobbiamo fare molta attenzione a non farci travolgere dalla forte domanda non curando adeguatamente la qualità. Per il Trentodoc è essenziale mantenere la qualità ai massimi livelli”, sottolinea Patton.
Comparto lattiero caseario. Anche il comparto lattiero caseario registra un momento positivo: i costi dei mangimi e dell’energia sono calati e sono ritornati vicini al periodo precedente la crisi energetica e alla pandemia, mentre i prezzi del latte, e dei formaggi sono stati ritoccati significativamente. Ma lo sbocco più importante ,ci dice Fiorenzo Finco dell’omonimo caseificio della Valsugana, è l’export ed in particolare gli Stati Uniti.
Ultimo settore i piccoli frutti: un comparto che pur con i picchi di calore che hanno danneggiata la produzione vede una domanda sempre in netto aumento. Allora tutto bene? “No, abbiamo problemi sempre più complessi dovuti ai cambiamenti climatici con gli insetti alieni sempre più duri da combattere, mentre è forte l’esigenza di un’agricoltura sempre più sostenibile, con un’altra emergenza che è quella dell’acqua”. Ma anche sul fronte della burocrazia e della mano d’opera ci sono problemi, affermano all’unisono i vertici del mondo agricolo. Sono tutti temi che ci lascia in eredità questo 2023. Ma vogliamo essere ottimisti anche le nuove tecnologie ci possono dare una mano ed un moderno sistema di gestione del rischio ci possono dare una mano. E’ con questo spirito che auguriamo ai nostri lettori un anno nuovo ricco di soddisfazioni ma innanzi tutto in salute e in pace.