Ecosistema

WWF, la denuncia per le torrette di osservazione vandalizzate in Trentino e Alto Adige: «Più controlli, troppo degrado»

Gli esempi proposti da Karol Tabarelli de Fatis, Delegato Regionale WWF ITALIA per il Trentino-Alto Adige/Südtirol, sono stati quelli di Caldaro – dove la gente si accampa nella torretta ed una la base come wc – e Taio – la torretta venne bruciata anni fa 



TRENTO. Nello scenario paesaggistico della regione sono tante le torrette d’osservazione e paratie espressamente realizzate per il birdwatching o la fotografia naturalistica. Seppur non così frequenti in Trentino/Alto Adige, dove purtroppo la quasi totalità delle aree umide di fondovalle è stata riconvertita in altro, perdendo quindi importanti elementi di biodiversità, non mancano esempi virtuosi di strutture posizionate al punto giusto e progettati in modo funzionale: due esempi su tutti la torretta del biotopo protetto della palude di Caldaro e la torretta della Riserva Naturale Provinciale di Taio di Nomi – rispettivamente in Alto Adige e in Trentino.

Ed è proprio partendo da fatti accaduti a queste due strutture che il WWF regionale ha mosso una riflessione “sul crescente senso di preoccupazione riguardo all’uso improprio e ai frequenti atti di vandalismo che le piccole aree protette del nostro territorio, comunemente conosciute come ‘biotopi’, subiscono”. La torretta di Taio fu bruciata, mentre a Caldaro sono state trovate persone come se fosse un bungalow, adibendo il perimetro alla base della torretta a “servizi igienici”. 

”Questi luoghi, destinate a offrire una visione privilegiata sulla fauna e flora locali, sono spesso presi di mira da vandali e irrispettosi che causando danni non solo alle infrastrutture stesse, ma anche all’ambiente circostante – è possibile leggere in una nota firmata da  Karol Tabarelli de Fatis Delegato Regionale WWF ITALIA per il Trentino-Alto Adige/Südtirol – Torrette d'osservazione colme di bottiglie di birra, piccole riserve che annualmente diventano campeggi abusivi, aree protette percorse da quad e sorvolare da droni, sup e kayak che superano i cordoni che delimitano aree in cui i natanti non dovrebbero entrare, moto da trial dove non dovrebbero starci, bracconieri che incalzano le proprie prede in aree protette, sono tutti esempi concreti di fatti avvenuti”.

“I biotopi senza un adeguato controllo, rischiano di diventare simboli di degrado piuttosto che di tutela ambientale. È essenziale quindi potenziare le azioni di controllo e dare a chi si occupa della vigilanza degli stessi, tutti gli strumenti per operare nella maniera più performante”

La richiesta, mossa verso le Forze dell’Ordine, è quella di intensificare i controlli in queste zone, così da permettere il funzionamento delle strutture.













Scuola & Ricerca

In primo piano