il caso

Violenza sui medici, Ioppi: «Sintomo della crisi della sanità pubblica»

Lettera aperta di condanna del presidente dell’Ordine: «Sistema sanitario sotto finanziato, mancano medici. Ed è necessario far capire la differenza tra insuccesso ed errore»



TRENTO. L'Ordine dei medici e chirurghi di Trento "si associa allo sdegno e alla condanna di ogni atto di violenza, ma allo stesso tempo teme che le soluzioni proposte, pur se condivisibili, non siano in grado, da sole, di essere risolutive". Lo scrive in una lettera aperta il presidente dell'Ordine Marco Ioppi, in riferimento alle notizie sulle violenze nei confronti del personale sanitario.

"C'è da chiedersi se l'aggravarsi di tanta violenza, al di là di quella legata alla follia o a cause di dipendenza, non abbia radici anche nella crisi sistemica del Servizio sanitario che, come ha dichiarato allarmata la Corte dei conti alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2024, 'non garantisce più alla popolazione un'effettiva equità di accesso alle prestazioni sanitarie, con intuibili conseguenze sulla salute delle persone e pesante aumento della spesa privata'. Il Ssn soffre di disorganizzazione ed è sotto finanziato, mancano medici e quelli in servizio vivono in un clima di malessere continuo, con carichi di lavoro che non permettono una vita privata", precisa Ioppi, rilevando come la violenza sui medici sia "indice di una realtà fortemente malata che si esprime con la violenza".

"Investire in salute ha un importante risvolto economico, contrasta i conflitti sociali e le violenze nelle strutture sanitarie, riduce malattie e sofferenze, produce ricchezza individuale e collettiva: la sanità va giustamente finanziata assumendo e valorizzando il personale, migliorando l'organizzazione, sostenendo la ricerca e la prevenzione. Bisogna correggere l'idea che responsabilità corrisponda a colpa, che la medicina possa dare sempre e a tutti risposte miracolistiche. È necessario inoltre far capire bene la differenza che c'è tra insuccesso ed errore", spiega Ioppi, chiedendo interventi per superare "il conflitto tra cittadino e personale sanitario". 













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