Precipita in un canalone Noto medico morto a Imer 

Carlo Bocci, 76 anni di Treviso, nefrologo in pensione, era scomparso martedì Lo avevano cercato senza sosta anche con i droni. Fatale il volo di 120 metri 


di Maria Cristina Bettega


IMER. E’ stato trovato ieri, poco dopo le 17, il corpo senza vita del turista disperso da martedì in Primiero. Si tratta di un noto medico, ora in pensione, di Treviso, Carlo Bocci, 76 anni. Nato a Novara, era stato nefrologo presso l’ospedale Cà Foncello di Treviso. Personaggio di spicco nel mondo sindacale del trevigiano, Bocci era stato per oltre un decennio segretario dell’ Anaao-Sinp, il maggiore sindacato dei medici di Treviso. Bocci amava il Trentino, da anni trascorreva le sue vacanze in Primiero. Gli uomini del soccorso alpino lo hanno trovato in un canalone, circa 120 metri sotto gli Stoli di Morosna, le gallerie scavate dai militari italiani durante la Grande Guerra. Sembra che l’uomo sia scivolato morendo sul colpo. Dalla sera di martedì, decine gli uomini che lo stavano cercando.

Bocci era in vacanza a Transacqua. Martedì mattina era uscito per fare un’escursione sul monte Vederna, partendo dalla località Cappuccetto Rosso di Imer. La moglie era rimasta a casa. Un ultimo contatto telefonico con il marito Carlo, la donna lo ha avuto verso le 13.30. Bocci aveva chiamato per dire che tutto andava bene, confermando l’orario di rientro. Poco dopo è scoppiato un forte temporale nella zona delle Vederne. La moglie ha aspettato che rientrasse, sempre più preoccupata, fino a quando, verso le 19.40, ha chiamato il 112. Il coordinatore dell’Area operativa Trentino Orientale del Soccorso Alpino, Johnni Zagonel ha subito organizzato le ricerche, chiedendo l’intervento dell’elicottero per effettuare un primo sorvolo e per trasportare in quota il personale di terra del Soccorso Alpino. Gli uomini hanno perlustrato a piedi i sentieri che portano dalla cima del monte che, secondo la moglie, era la meta dell’escursionista. Le squadre sono rientrate verso le 22.30, mentre le ricerche sono proseguite fino a tarda notte con i droni del Corpo dei Vigili del Fuoco permanenti di Trento. I reparti Saf (gruppo soccorsi speciali) e Sapr (Servizio Aeromobili a Pilotaggio Remoto), hanno utilizzato un drone dotato di una speciale termo camera, in grado di rilevare le differenze di calore e con la possibilità, quindi, di individuare eventuali persone anche in mezzo al bosco. I Vigili del fuoco hanno collocato la postazione operativa sopra la vecchia discarica Salezzoni di Imer, proprio di fronte al monte Vederna. Purtroppo la ricerca non aveva dato risultati. Alle prime luci di ieri mattina, mercoledì, le operazioni sono riprese con il coinvolgimento del personale dell’Area operativa Trentino Orientale del Soccorso Alpino, dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza. Arrivate sul posto anche le unità cinofile del Soccorso Alpino, della Guardia di Finanza e della Scuola Provinciale Cani da Ricerca e Catastrofe. E’ giunta anche l’autorizzazione della Procura della Repubblica per la localizzazione della cella telefonica in modo da poter localizzare il cellulare dell’uomo. Per tutta la giornata i soccorritori hanno perlustrando nuovamente i sentieri che portano sul monte Vederna. Più di 70 le persone impegnate ieri nella ricerca dal tragico epilogo. (r.b.)













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