Levico, colpo da 30 mila euro da “InBike”
I ladri sono penetrati di notte nel negozio di Stefano Casagrande rubando 4 biciclette al carbonio e un espositore di ruote
LEVICO TERME. Intrusione dei ladri la notte scorsa nel negozio di Stefano Casagranda, “InBike Valsugana”, una impresa avviata due anni fa che propone il noleggio e la vendita di biciclette, trekking bike e mountain bike, per la felicità, soprattutto dei turisti germanici, che possono così godere delle meraviglie del paesaggio, pedalando nel rispetto della natura.
«Hanno portato via – dice Casagranda – quattro biciclette in fibra di carbonio e il contenuto di un espositore di ruote per un valore di circa 30mila euro. Le biciclette elettriche non le hanno toccate».
Visionando assieme al proprietario le immagini delle telecamere della video sorveglianza, si rimane impressionati dalla perizia tecnica e dalle cautele messe in campo dai ladri, almeno due, un incursore e un palo.
Il primo passo lo hanno compiuto la notte precedente, alle 2,45. Arrivati con un mezzo che hanno parcheggiato in un prato sottostante, mentre uno stava piantonando la stradina di accesso al negozio, in viale Venezia 100, l’altro, bardato di zainetto e sempre con una mano davanti alla bocca, ispezionava l’esterno, dove erano sistemate alcune biciclette tipo “fatbike” sotto una tettoia, e l’interno del negozio, proiettandovi di tanto in tanto fasci di luce che la telecamera ha registrato.
«Il sistema di antifurto – spiega ancora Casagranda – all’interno è dotato di sensori a infrarosso che il ladro ha eluso coprendosi con una tuta isolante capace di abbassare e contenere la temperatura corporea».
Il video della notte del furto, infatti, e che i carabinieri hanno già acquisito, mostra la tecnica professionale di chi sembra conoscere perfettamente il sistema di allarme installato.
Dopo aver sfondato con una mazza il vetro inferiore della porta d’ingresso, assicurandosi che non precipiti all’interno, il ladro vestito di una tuta bianca aderente che lo ricopriva completamente, indossando una sorta di maschera da sub, si è introdotto nel negozio, strisciando con una tecnica comune ai militari di fanteria. Avanzava tenendo il corpo alzato dal terreno e caricando il peso sugli avambracci e sulla parte bassa delle gambe. Portava una torcia frontale a led. «Avanza lentissimo, come un bradipo», osserva Casagranda mentre quella inquietante figura penetra nel suo negozio, attenta a tenere bene le ginocchia dietro alle natiche per stare basso, alternando avambraccio destro e ginocchio sinistro, all’avambraccio sinistro e ginocchio destro. Una persona di circa un metro e 80, molto atletica, che in circa un’ora e mezza, dalle 2,45, ha compiuto quattro intrusioni trasportando fuori una bicicletta alla volta, caricate sulla schiena mentre avanzava con la stessa tecnica con la quale era entrato. Non si sa se sia stato un caso fortunato o se sia stato preventivato dai ladri, ma l’inquilino dell’appartamento sopra il negozio che avrebbe potuto sentire il tonfo dello sfondamento dell’ingresso, la notte del furto era andato a dormire in montagna, per la prima volta in questa stagione.
«Di fronte a ladri così preparati – conclude Casagranda – non c’è tecnologia che tenga. Sto pensando a un sistema di un rastrello accuminato stradale che si alza quando scatta l’allarme forando le ruote della macchina in fuga, ma credo che avessero pensato anche a quello perché non sono entrati nel piazzale con il furgone». Alle 3.40, quando probabilmente la tuta atermica cominciava a disperdere il calore corporeo sviluppato nello sforzo dei trasporti, è scattato l’allarme e Casagranda ha allertato i carabinieri. I ladri hanno quindi fatto man bassa di ruote da un espositore, del valore di circa 2mila euro la coppia, e sono fuggiti.