Le campane disturbano? Zittite di notte 

Levico Terme, dopo le lamentele di una residente il parroco fa modificare gli orari dei rintocchi


di Franco Zadra


LEVICO TERME . Le campane di Levico tornano a far parlare di sé. Nei giorni scorsi, la pubblicazione da parte di una cittadina residente nei pressi della chiesa parrocchiale di una lettera con la quale esprimeva il disagio procurato a lei e alla sua famiglia dal frequente scampanio dal campanile, soprattutto quello delle 7.45 poiché molto prolungato, ha sollevato una ridda di polemiche sui social, e come sovente accade, dalla polemica si è scivolati all’insulto gratuito e persino alle velate minacce, tanto da indurre l’amministratore della pagina FaceBook, Sei di Levico se…, a “bannare” i commenti al post, quasi tutti.

Per stemperare il clima, lo storico levicense Francesco Filippi è intervenuto ricordando che una lettera pubblicata nei primi del 900 da “La gazeta di Levico” a firma di una villeggiante, riportava le stesse lamentele che sono tornate oggi d’attualità, con in più la ormai superata “puzza di letame”. «Tutto è risolto! - dice il parroco, don Ernesto Ferretti - Ho interpellato la ditta Fagan Campane di Vicenza che interverrà la prossima settimana per venire incontro alle richieste della signora. Saranno tolti i rintocchi notturni dell’orologio campanario, quelli prima delle 8 del mattino, e sarà accorciato il tempo dello scampanio delle 7.45. Abbassare il volume non si potrà, perché si tratta di campane e non di un disco, ma faremo tutto il possibile per alleviare il disagio percepito da chi abita vicino al campanile».

La titolare della ditta di manutenzione, Francesca Fagan, fa presente che «questo problema – ha detto Fagan – è particolarmente sentito negli ultimi due o tre anni su tutto il territorio servito dalla nostra azienda, la provincia di Vicenza, di Padova, e il Trentino. Vi sono al riguardo specifiche disposizioni emanate dall’autorità ecclesiastica, nel rispetto di tradizioni e consuetudini, oltre che della normativa vigente, che cercano di valutare il limite della normale tollerabilità e molti vescovi hanno di fatto bandito l’orologio campanario nelle ore notturne».

Di inquinamento acustico non è il caso di parlare, anche se l’uso delle campane non differisce, di fatto, da quello di qualsiasi altro strumento sonoro, poiché il suono delle campane collegato a funzioni liturgiche, in quanto «esplicazione della libertà di esercizio del culto cattolico», è addirittura tutelato dall’art. 2 dell’Accordo di revisione del Concordato, ed è «in potere dell’Autorità ecclesiastica regolarne l’uso».













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