La strage degli ungulati 30 investiti da inizio anno 

Sulla statale tra Strigno e Grigno gli attraversamenti da parte di cervi e caprioli costituiscono un pericolo costante. Perin (Lega): «Recinzione come sull’A22»


di Marika Caumo


OSPEDALETTO. Trenta ungulati investiti da inizio gennaio a oggi sulla SS47 della Valsugana nel tratto tra Strigno e Grigno. Un numero impressionante se si calcola che questi incidenti sono accaduti su un tratto di poco più di 15 km in appena 11 mesi. Un fenomeno, quello dell’attraversamento di cervi e caprioli sulla Statale della Valsugana, che va a minare ulteriormente la sicurezza di una strada molto trafficata e già considerata pericolosa per il numero di incidenti, spesso mortali, che si verificano. A fornire i dati sono le Riserve Cacciatori di Grigno, Ospedaletto e Villa Agnedo-Ivano Fracena ovvero quelle interessate dal passaggio sul proprio territorio dell’importante arteria stradale. Per quanto riguarda Grigno, partendo dal confine con il Veneto e salendo fino al ristorante Al Pescatore, un tratto quasi esclusivamente a quattro corsie, nel corso di quest’anno sono stati recuperati 5 animali: 3 cervi e 2 caprioli. Molti di più quelli investiti nel tratto di competenza di Ospedaletto, sei chilometri (dal Pescatore fino alla vecchia stazione dei treni) in cui la SS4 è a due corsie. Da gennaio sono infatti ben 18 gli animali recuperati: 10 caprioli ed 8 cervi. Infine sul tratto di Castel Ivano (Villa Agnedo), dalla stazione dei treni di Ospedaletto all'imbocco delle quattro corsie, sono stati rinvenuti 7 ungulati: 4 caprioli e 3 cervi.

«Trenta animali ufficiali nel 2018 solo su questo tratto di Statale, a cui andrebbero sommati gli investimenti che non vengono denunciati. Per questi capi ci sono i verbali redatti dal rettore della riserva e dalla stazione forestale, ma succede anche che l’impatto sia lieve e la vettura, in particolare i camion, non si fermano, con l'animale che scappa e poi va a morire nel bosco», precisa Danilo Perin, consigliere comunale della Lega Nord che teme un peggioramento della situazione visto l’aumento dei cinghiali in Valsugana. Perin ricorda che il 99% degli investimenti di questi animali accade la notte: «Solo in piccola parte all’alba o in tarda serata, la stragrande maggioranza avvengono la notte quando gli animali si spostano nelle campagne, tra i campi di grano. Ciò è ulteriormente pericoloso perché la visibilità è minore e, complice anche il minor traffico, gli automobilisti tendono a premere il piede sull’acceleratore».

Finora, fortunatamente, non ci sono state gravi conseguenze per conducenti e passeggeri, ma per Perin è questione di tempo: «Ho visto macchine distrutte dopo aver impattato contro cervi di diversi quintali. Non si può continuare a rischiare la vita in questo modo: bisogna garantire la sicurezza per gli automobilisti e al contempo per gli animali», precisa, ricordando l’ultimo incidente occorso, nelle scorse settimane: «L’animale, di grosse dimensioni, è finito sul tetto della vettura che, per l'impatto, ha invaso la corsia opposta finendo nei prati. Se in quel momento dall’altro lato arrivava qualcuno?».

Perin lancia un appello alla Provincia: «Si chiede una normale recinzione plastificata alta 2 metri, come quelle che ci sono in autostrada, per evitare l’attraversamento degli animali. Non ha un costo elevato», spiega. E conclude: «Andrebbe inoltre ripristinata l’assicurazione della Provincia che copriva parte dei danni causati dagli investimenti di animali selvatici. È stata tolta ma consideriamo che questi animali sono dello Stato che ne ha dato la gestione alla Provincia e non è corretto che il cittadino debba pagarsi una propria assicurazione a tale scopo». La palla ora passa alla giunta Fugatti.

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