La memoria del ghetto di Terezin
Inaugurata la mostra in biblioteca, resterà aperta fino al 10 marzo
CASTELLO TESINO. “Terezin, disegni e parole dei bambini” è il titolo della mostra inaugurata l’altra sera dall’assessorato alla cultura del Comune in collaborazione con l’Arci del Trentino, che sino al 10 marzo sarà esposta nelle sale della biblioteca comunale. L’iniziativa, che gode del sostegno dell’assessorato alla cultura della Provincia e rientra nel programma culturale della Giornata della Memoria, riguarda poesie e disegni realizzati dai giovanissimi e piccoli prigionieri del ghetto di Terezin, il più grande campo di concentramento di tutta in Cecoslovacchia. «Una storia lontana nel tempo e nello spazio - spiega Nicola Sordo, assessore alla cultura di Castello - che ci consente però di ragionare su temi attuali, facendo della conoscenza del passato un modo per affrontare il nostro presente e il nostro futuro». Tra gli internati nel ghetto almeno 15 mila fra bambini e neonati, di cui la maggior parte morì ad Auschwitz nel corso del 1944. «Terezin è anche una storia che racconta i contorti meccanismi della propaganda nazista», spiega Paolo Bisesti dell’Arci. Presentato come zona autonoma di insediamento ebraico, il ghetto cecoslovacco nascondeva infatti, dietro a finte scuole, ospedali e biblioteche, una realtà fatta di sofferenze e privazioni che traspare dalle opere dei bambini. «Ciò che più impressiona - fa notare Bisesti - è la vicinanza tra le date di nascita e quelle di morte riportate nei disegni e nelle poesie qui esposte». Bimbi che scrivevano e disegnavano su ciò che avevano a disposizione senza sapere che sarebbero andati incontro ad un triste destino. «Il mio augurio è che le vicende del ghetto non vengano dimenticate. Importante è far vivere la Memoria - conclude Bisesti - perché è su di essa che una comunità può costruire la propria identità». (f.f.)