La famiglia Rosso alle nozze di un “figlio” di Chernobyl 

Accoglienza ventennale. I sei ragazzi bielorussi ospitati a Borgo fino ad oggi nell’occasione e per la prima volta si sono riuniti per dire grazie ai coniugi che si sono presi cura di loro


Marika Caumo


Borgo-zhlobjn. Un grande grazie, riuniti per la prima volta tutti insieme. Un segno semplice ma ricco di significato e di emozioni, che racchiude 18 anni di amore ed accoglienza. È quello che i sei ragazzi bielorussi lo scorso 11 agosto hanno rivolto ad Edoardo Rosso ed alla moglie Ornella Stevanin, che dal 2001 fino ad oggi, in periodi successivi, li hanno ospitati. Dapprima con l’associazione Peter Pan (fusa poi con Aiutiamoli a Vivere) di Borgo e, dal 2009, con la “Ciao Amico” di Scurelle. Sono una ventina le famiglie, da Levico a Grigno, al Tesino, che ospitano per alcuni periodi, soprattutto in estate, questi bambini.

La cittadina

La famiglia di Edoardo Rosso, conosciuto anche per il ruolo di assessore comunale nella scorsa legislatura, nel corso di questi 18 anni ha accolto, anche contemporaneamente, sei piccoli ospiti provenienti da Zhlobjn, cittadina di circa centomila abitanti dove migliaia di bambini appartengono a famiglie devastate dalla povertà e dalla piaga dell’alcolismo. Famiglie a cui la vita è cambiata dalla notte del 26 aprile 1986, quando esplose il reattore n. 4 della centrale di Chernobyl, in Ucraina, rilasciando nell’atmosfera un’enorme quantità di materiale radioattivo, che per il 70% ricadde sul suolo della vicina Bielorussia.

Un rapporto saldo

Ebbene Edoardo ed Ornella, insieme alla figlia Federica, sono stati invitati al matrimonio di Ivan, ragazzo di 22 anni che hanno ospitato per ben 11 anni, dal 2005 al 2015. Arrivò da loro quando ne aveva appena 8. «Ora studia ingegneria e lavora in una acciaieria, una sorta di scuola-lavoro» precisa Rosso. Un rapporto che è rimasto ben saldo negli anni, così Ivan ha voluto vicino anche loro nel giorno più importante della sua vita. «La prima sera, fuori dall’albergo ci aspettavano Ivan e gli altri bambini che abbiamo ospitato. Erano lì, tutti insieme per la prima volta. Fra di loro non si conoscevano. Provengono da Zhlobjn, ma per motivi di studio e lavoro poi tutti hanno preso una loro strada. Per essere lì quella sera, alcuni hanno fatto molti chilometri» spiega.

Mancava solo il più piccolo

Tanta l’emozione nel rivederli: oltre ad Ivan, c’era la sorella Marja di 19 anni, ora infermiera: ne aveva 9 quando per la prima volta arrivò ad Olle, dove tornò fino al 2015. E poi Sascia, il primo bambino che fu loro ospite, dal 2001 al 2003: aveva 12 anni allora, oggi ne ha 30. Non poteva mancare Andrej, ora 26enne, accolto dai Rosso nel periodo 2002-2006, e la quindicenne Lizaveta, ospitata dal 2012 al 2015. Mancava solo il piccolo Zhenja, 10 anni appena, che dal 2016 al 2019 (è stato ad Olle anche questa estate) è accolto dalla famiglia. «Lo abbiamo visto la mattina successiva, accompagnato dalla maestra» precisa Ornella.

Una grande emozione, e la soddisfazione di vederli cresciuti e realizzati, che di fatto ripaga di tutto l’impegno, gli sforzi ed i sacrifici profusi in questi anni. «Il cibo sano e l’aria delle nostre montagne sono un importante fattore di recupero per il loro umore ed aspetto, confermato anche dai medici che generosamente si offrono per i periodici controlli. Questi bambini instaurano con la famiglia e la comunità che li ospita un legame forte, che continua negli anni» aggiunge Rosso, ringraziando tutti coloro che, con diversi progetti ed iniziative, contribuiscono a raccogliere fondi per coprire le spese di viaggio dei piccoli e delle maestre accompagnatrici. «In particolare la comunità di Olle ed il Comune di Castelnuovo, che mette a disposizione gratuitamente la casa colonia in Civerone» conclude.















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