L’Alcide Degasperi “borghesano” 

Sarà presentato sabato nell’Istituto a lui intitolato il libro scritto da monsignor Armando Costa


di Marika Caumo


BORGO. Su Alcide Degasperi si è detto e scritto tutto: la vita politica dello statista trentino, le sue battaglie, i suoi scritti, le sue parole vengono riprese nei libri, in conferenze ed incontri pubblici. Ma c'è un aspetto su cui non si era ancora indagato a fondo, il legame tra Alcide, la sua famiglia e la comunità di Borgo. Lo ha fatto monsignor Armando Costa, cittadino onorario di Borgo che, a 91 anni, ha appena dato alle stampe "Alcide Degasperi al Borgo e in Sella". Un regalo alla sua terra di Borgo, che il sacerdote ha fatto attingendo alla propria raccolta storica e alle notizie date dalla figlia, Maria Romana Degasperi. Al grande lavoro, edito da Track Team, hanno contribuito molte persone di Borgo e della Valsugana, soprattutto per quanto riguarda il corredo fotografico. Tra questi in particolare Armando e Martin Orsingher, che hanno affiancato monsignor Costa nella redazione del libro. Il volume, di 300 pagine, è corredato da 250 fotografie di cui molte inedite. Sarà presentato sabato 14 alle 17.30 al teatro dell'istituto scolastico Alcide Degasperi.

«Un libro di assoluta bellezza che narra un Alcide Degasperi diverso, lontano dalla scena politica e appassionato estimatore del nostro Borgo e della sua amata val di Sella», spiega Armando Orsingher.

Già perché, come si legge in premessa, «Alcide Degasperi fu cittadino del Borgo dal 1922 al 1954 per scelta personale e per consuetudine di vita». Lo documentano l'atto di matrimonio con Francesca Romani del 1922, conservato nell'archivio arcipretale di Borgo, la corrispondenza privata, il ricco materiale fotografico e l'atto di morte, registrato nell'ufficio anagrafe del Comune il 19 agosto del 1954. «Il presente lavoro- scrive monsignor Costa - non vuole ridurre Degasperi a dimensione “di paese“, ma si propone di contribuire alla consapevolezza che un “grande della Storia“ è stato nostro concittadino in semplicità e modestia trovando al Borgo sostegno materiale e morale che gli assicurarono conforto e vigore per essere fedele nel servizio al bene comune e, sollecita a scoprire in lui il filo aureo dell'amore di Dio che lo Statista chiamava Provvidenza».

Ecco quindi che monsignor Costa, partendo dall'annoso dilemma sul cognome Degasperi o De Gasperi (in Trentino, dove ha la sua origine, viene scritto unito mentre nel resto del mondo lo si scrive staccato), con lo stesso statista che nel libro dei gitanti all'eremo di San Lorenzo nel 1953 si firmò “Alcidegasperi”, passa poi ad illustrare le origini delle famiglie Degasperi e Romani e i rispettivi discendenti.

Grazie agli scritti di allora, conservati dalle figlie, si ripercorre la giovinezza di Alcide e l'incontro con la futura moglie, fino al matrimonio celebrato a Borgo il 14 giugno del 1922. Le numerose fotografie che ritraggono Alcide nei suoi momenti spensierati in paese e nella casa in Val di Sella si accompagnano al racconto degli anni successivi: dal trasferimento a Trento, in via Torre Vanga vicino alla sede del giornale “Il nuovo Trentino” che aveva fondato alla nascita di Maria Romana nel '23 e di Lucia nel '25, dall'agguato fino all'arresto nel '27. Quindi la detenzione a Roma, con il cuore e la famiglia a Borgo, come testimoniano le lunghe lettere che scriveva ai propri cari. Nei ricordi di Maria Romana il ritorno in Valsugana nel '28 e poi il diario che lo statista scriveva sul perlinato della casa in Val di Sella, le vacanze in Valsugana, la nascita di Cecilia (Lia) e Paola fino al rientro sulla scena politica e alla nomina di Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1946. Da Roma a Parigi per la Conferenza della Pace fino all'accordo Degasperi - Gruber, concedendosi i momenti di riposo in Sella, dove amici e collaboratori venivano a fargli visita. Il libro prosegue, tra diari, lettere, immagini, con la vita privata che scorre a fianco di quella pubblica fino alla morte per attacco cardiaco nell'agosto del 1954, al cordoglio e l'affetto che ne seguì e che invase Sella e Borgo, dove si tenne il funerale, per quello che era «l'uomo più importante d'Italia».

Stampato in 600 copie, anche grazie al contributo di Provincia, Regione, Comunità di valle, Comune di Borgo, Bim Brenta e Cassa Rurale, il volume sarà venduto nelle librerie.













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