In pensione l’ispettore che scoprì Monte Zaccon
OSPEDALETTO . Ultimo giorno di servizio, ieri, del comandante del gruppo forestale di Vicenza, Isidoro Furlan. Scortato fino al confine di Primolano dai suoi carabinieri, una volta a casa si è...
OSPEDALETTO . Ultimo giorno di servizio, ieri, del comandante del gruppo forestale di Vicenza, Isidoro Furlan. Scortato fino al confine di Primolano dai suoi carabinieri, una volta a casa si è ripromesso di «dormire per una settimana», per dare l’idea, riuscendoci, di quanto intensi siano stati i suoi 46 anni a servizio dello Stato.
«Sono stato un operaio dello Stato – ci dice – lavorando sempre per la salvaguardia dell’ambiente, degli animali, del settore agro-alimentare. Ho due figlie laureate alla Bocconi che non hanno seguito la mia strada. E le capisco perché il mio lavoro mi ha fatto girare tante caserme e non ho potuto dedicare molto tempo alla famiglia».
In Valsugana, a parte Ospedaletto, il suo nome forse dice poco, ma basta aprire Internet per cogliere la portata del personaggio, tra le altre cose anche membro dell’Accademia italiana della vite e del vino che lo annovera tra circa 200 accademici, lui unico non accademico, «per meriti investigativi». Lo si ritrova anche a capo dei Forestali del Nucleo Operativo Antibracconaggio nell’Operazione “Pettirosso” che da oltre 20 anni viene svolta con grandi risultati. E’ stato anche al vertice dell’operazione che portò i forestali di Vicenza a scoprire il calderone di Monte Zaccon, fino all’Acciaieria di Borgo Valsugana. Nel corso della carriera gli sono state tributate due lodi: l’onorificenza di ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana e l’attestato di Pubblica Benemerenza del dipartimento della Protezione Civile. Lunghissima è la lista di incarichi che ha espletato nel Corpo forestale, tra i quali coordinatore distrettuale di Asiago, responsabile del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del comando provinciale di Verona. «In pensione – conclude Furlan – voglio dedicarmi gratuitamente a quelle che sono state le mie passioni lavorative. Mi aspettano la Lipu, il Centro fauna selvatica “Il pettirosso” di Modena, e quello di Trento, ma vorrei dare una mano anche per il recupero dei boschi della Valsugana devastati dalla tempesta». (f.z.)