Il “Tarcisio delle Alpi” è ritornato a casa
Le spoglie di don Almiro Faccenda deposte accanto a quelle del suo parroco don Guido
TORCEGNO. Riposa ora nel suo paese il piccolo Almiro. Il bimbo divenuto sacerdote, protagonista del fatto eucaristico del 19 novembre 1915, è tornato a Torcegno. Le sue spoglie sono state deposte proprio accanto a quelle di don Guido Franzelli, il suo parroco. Quel cappellano che, prima di essere arrestato dall'esercito austriaco e costretto a lasciare il paese, fece chiamare Almiro Faccenda, chierichetto di appena 7 anni che nei mesi precedenti aveva fatto la Prima Comunione ed abitava poco lontano dalla chiesa. Lo incaricò di distribuire tutta l'eucaristia, affinché non venisse esposta alla profanazione. Due storie che si intrecciano, due figure molto care alla comunità di Torcegno, che domenica ha partecipato numerosa al rito funebre.
Il “Tarcisio delle Alpi” come fu chiamato, entrò ancora molto giovane nella congregazione degli Oblati di San Giuseppe, che ebbe modo di conoscere quando andò profugo con la famiglia a Trecate, in provincia di Novara. Ordinato sacerdote nel 1932, morì nel 1968 a Roma ad appena 59 anni e fu sepolto nella cappella della Congregazione, all'Aurelio. Dopo esattamente cinquant’anni dalla sua scomparsa, la tumulazione a Torcegno. Una cerimonia sentita e partecipata, celebrata dal parroco don Renzo Scaramella e dagli oblati di San Giuseppe, guidati da Padre Michele Piscopo, che per l’intera settimana hanno portato la missione in paese. Nel corso della cerimonia l’annuncio che un’aula della scuola che la congregazione sta costruendo in Mozambico, sarà intitolata a “Padre Almiro Faccenda di Torcegno”. Dall’Argentina è arrivata anche la nipote di don Almiro, Maria Cecilia Faccenda e nel fine settimana era presente anche una folta rappresentanza di Trecate, con la storica Margherita Lodroni Galassi, il “Gruppo Trecatese Amici 52 Onlus” guidato dal presidente Giancarlo Antonietti ed il gruppo alpini A. Geddo. Fu proprio grazie alle ricerche della Lodroni Galassi su profughi ed internati a Trecate durante la Grande Guerra che sono nati i contatti con l'amministrazione comunale di Torcegno portando, lo scorso anno, alla sottoscrizione del Patto d'Amicizia.
Scortata da vigili del fuoco ed alpini, seguita dal sindaco Ornella Campestrini, dal commendatore Mario Eichta, dai bambini della catechesi e dal coro parrocchiale, la piccola bara è stata deposta nella cappella del cimitero. Al termine l'emozionante “Signore delle Cime” intonato dal Coro Lagorai diretto da Fulvio Ropelato. Nella notte tra domenica e lunedì molti fedeli, provenienti anche dai paesi vicini, si sono ritrovati in chiesa per la veglia a cui, alle 4.30 del mattino, è seguita la messa e l'eucaristia: nella stessa ora in cui 103 anni fa cambiò la vita di Almiro.