Il rito è civile, la benedizione è buddhista
Cinte Tesino, il matrimonio celebrato dal sindaco Buffa con la partecipazione del monaco Seiun
CINTE TESINO. La scorsa settimana si è svolta in Comune a Cinte una cerimonia nuziale davvero speciale. A celebrare, ovviamente, il sindaco Angelo Buffa, il quale ha dato riconoscimento all’unione degli sposi, Elio Buffa di 63 anni e Ana Ferrero di 66, con la lettura dei consueti articoli del codice civile. Sin qui tutto normale se non fosse per la benedizione buddhista che ne è seguita ad opera del monaco Seiun del Tempio Tenryuzanji di Cinte. «Vivere ogni giorno la gioia e l’entusiasmo dello scoprirsi reciprocamente», questo il suo augurio più grande. Successivamente ad una breve benedizione in lingua Pali, l’antica lingua del Buddha, il gesto molto speciale di porre al collo dei novelli sposi la caratteristica sciarpa di seta bianca, Khata, simbolo della tradizione himalayana che rappresenta felicità, buon auspicio e protezione.
«Né io né mio marito siamo in realtà buddhisti – confessa la sposa – ciò nonostante l’idea di ricevere questa particolare benedizione è venuta proprio da Elio, compagno di una vita e grande amico di Seiun, persona splendida e dolcissima che con le sue parole è riuscito a rendere ancora più speciale il giorno del nostro matrimonio».
Un amore quello dell’argentina Ana e del cintese Elio sbocciato vent’anni or sono quando la donna, trasferitasi in Italia, aveva iniziato a lavorare all’albergo Miramonti di Pieve Tesino. «Tanti anni sono passati dal nostro primo incontro e mio marito è ancora lo stesso uomo dolce, simpatico e altruista di un tempo – racconta con gli occhi colmi d’amore la novella sposa – per questo quando mi ha chiesto se volessi aggiungere al rito civile quello buddhista ho accolto con felicità la sua proposta poiché ritengo che tutte le benedizioni siano meraviglia e non debbano in alcun modo essere rifiutate, soprattutto se provengono dal cuore». (fa.f.)