Il Comune di Levico sotto accusa
Asilo Marcos, si dimette la rappresentante di maggioranza: «Non collabora»
LEVICO TERME. La rappresentante di maggioranza del Comune nel comitato di gestione della scuola per l’infanzia Taita Marcos, Alessandra Trentin, si è dimessa dopo più di tre anni di incarico. La lettera di dimissioni non manca di amare considerazioni sul «rapporto di collaborazione fra Comune e comitato» che, secondo Trentin, «ha imboccato una strada non più fondata su valori quali rispetto e collaborazione». «Di fronte alle richieste - continua la lettera - inoltrate a partire da fine anno scolastico 2016-17 di sistemazione locali/arredi/manutenzione straordinaria, numerosi sono stati gli interlocutori che si sono avvicendati per la risoluzione degli stessi, ma, a parte la sostituzione di un vetro francamente pericoloso e di alcuni sanpietrini all’ingresso dell’anticipo/posticipo, nessun altro lavoro è stato neanche preso in carico senza peraltro nessun riscontro da parte dell’Amministrazione comunale alle richieste scritte inviatevi. Non vi nascondo che finora ho fatto fatica a sostenere questo vostro modello di approccio ai problemi segnalati in più occasioni, mi sono sentita la rappresentante di un Comune non predisposto al dialogo e al confronto con i propri collaboratori. Questo approccio di (non) presa in carico dei problemi/richieste e di assenza di motivazioni, oltre a non rispecchiare il mio essere come persona, non mi ha permesso negli ultimi mesi di agire il ruolo per il quale sono stata incaricati dall’Amministrazione comunale e avevo accettato tre anni fa». Una lettera che probabilmente avrà il suo strascico polemico, ma che a suo modo mette in luce anche il buon livello della scuola Taita Marcos. «In questi anni - scrive infatti - con enorme sforzo da parte di tutti, siamo sempre riusciti a garantire ai bambini che frequentano la scuola, buoni livelli di sicurezza e modelli educativo-gestionali, a mio avviso, di alto livello». Di questi tempi in cui, altrove, si arrestano maestre per maltrattamenti, c’è da andarne fieri. (f.z.)