I 95 anni di Remo che fu partigiano e ambulante 

Il personaggio. Marighetto è il nonno di Castello Tesino. Durante la guerra fu internato a Bolzano  Girò il Trentino prima in corriera e poi in auto per vendere biancheria e nel 1964 aprì il Bar Milano


Fabio Franceschini


Castello tesino. Ha spento da poco 95 candeline, il 10 aprile scorso per l’esattezza, l’uomo più anziano del paese: il classe 1924 Remo Marighetto. Tra gli ultimi internati e partigiani rimasti, assieme a Remo abbiamo ripercorso le vicissitudini di una vita incredibile sbirciando anche nel suo personalissimo cassetto dei ricordi. A saltare subito all’occhio, tra attestati e documenti d’epoca, i certificati di merito conferiti dall’esercito italiano oltre alla prestigiosa Croce al Merito di Guerra.

Rastrellamento a Castello

«Onorificenze queste – racconta Remo – che non cancellano il triste ricordo di quello che fu il rastrellamento di Castello Tesino. Era il 1° gennaio del 1945 quando mi presero. Assieme ad altri ci condussero immediatamente nella caserma di Roncegno per l’interrogatorio, poi da lì tutti a Bolzano dove fummo rinchiusi nel campo di concentramento di via Resia. Fortunatamente in quel periodo le deportazioni verso l’Austria e la Germania erano molte ridotte così riuscii nell’impresa di trovarmi un piccolo lavoro all’interno della struttura, dapprima come calzolaio poi come aiutante nelle cucine».

In via Resia l’allora giovanissimo Remo rimase per ben quattro mesi riuscendo a rientrare in paese solo al termine delle ostilità. Fu qui che, grazie alla spinta ricevuta dal suocero, iniziò a svolgere il mestiere di ambulante.

Una vita da ambulante

«Un lavoro molto diverso da quelli dei giorni nostri. – spiega l’anziano signore –. Allora mi spostavo esclusivamente in corriera o a piedi portando la mercanzia in un piccolo fagotto, tele, lenzuola e camice che vendevo di casa in casa. Le prime mete erano la Val di Sole, con Cusiano, Fucine e Ossana a farla da padrone, e la Val di Fassa dove già vi era turismo. Ricordo che tra i primi a svolgere quest’attività c’eravamo io, Amedeo Zotta “Morte” e i “Danòla”. Altri ambulanti provenivano invece da Lamon».

Benedetta automobile

La vera svolta però arrivò con l’acquisto dell’auto. «Per spostarmi più agevolmente – prosegue – comprai una Dauphine che tenni fino al ‘54 quando, grazie a un prestito di mia cognata Olga, riuscii ad acquistare il camion, il 615, sul quale l’amico “Scaiaròla” realizzo persino il retro cassone in legno. L’itinerario era sempre lo stesso: il lunedì con mia moglie Rita ci recavano a Dimaro, in Val di Sole, poi nel primo pomeriggio smobilitavamo e partivamo per la Val di Fassa dove facevamo mercato per i restanti giorni della settimana. Come da abitudine si mangiava e si dormiva in camion, poi il sabato il ritorno a Castello».

Il Bar Milano

Da sempre molto attaccato al paese natio Remo Marighetto ha ricoperto negli anni la carica di presidente della Pro Loco e recentemente è stato anche premiato come socio con la maggiore anzianità della Cassa Rurale Valsugana e Tesino. La sua tessera risale addirittura al 1950. «È stato l’amore per il paese – racconta – a spingermi nel realizzare il sogno di aprire un’attività qui a Castello Tesino». Un’idea che quest’incredibile signore, grazie all’aiuto della moglie Rita e della figlia Marisa, riuscì a concretizzare nel 1964 con l’apertura del Bar Milano. «In quei tempi si lavorava tanto e il turismo a Castello era fiorente – conclude Remo Marighetto – con attività che in continuazione nascevano sia in estate che di inverno. Ricordo in particolare quando negli anni ’60, assieme all’amico Rino “Burattina” battevamo la neve facendo “scaletta” con gli scii in salita sugli impianti di “Sciopo” del Passo Brocon, oppure quando, a metà degli anni ’70, abbiamo dato il via alla costruzione dello ski-lift nella zona sotto “Murasse”».













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