Debito fuori bilancio per pagare le fogne
Novaledo, finanziato dalla Provincia consente al Comune di ottemperare a una sentenza del Tribunale
NOVALEDO . «Una vicenda vecchia di 15 anni che finalmente abbiamo risolto». Il sindaco Diego Margon commenta sollevato il riconoscimento del debito fuori bilancio e la conseguente variazione al bilancio di previsione 2018-2020 approvata nell’ultima seduta di consiglio comunale (minoranze astenute) in seguito alla sentenza del Tribunale di Trento che ha condannato il Comune di Novaledo al pagamento alla ditta Zambiasi Costruzioni, in concordato preventivo dal maggio 2012, per i lavori di costruzione delle nuove reti fognarie bianche e nere delle località Faturon e Rinaldi e delle nuove reti fognarie bianche in località Margoni iniziati ancora nel 2002.
Le somme che compongono il risarcimento sono, 72.992,80 euro oltre all’Iva agli interessi di mora e rivalutazione monetaria dalla messa in mora al saldo effettivo; rifusione delle spese di giudizio per 14.219,00 euro, alle spese del procedimento per Atp, per 5.776,84 euro maggiorate del 15% per spese generali e accessorie; e rifusione delle spese di giudizio sostenute dal direttore dei lavori per un importo di 7.795,00 euro per compensi professionali oltre alle spese generali del 15% e accessori, e pone definitivamente a carico del Comune di Novaledo le spese di consulenza tecnica d’ufficio.
«Considerato che l’importo di 80.292,08 euro – ha detto Margon - è già stanziato a bilancio per i lavori eseguiti, l’importo di 73.935,33 euro deve essere invece finanziato, e la giunta provinciale ha concesso il finanziamento richiesto per un importo di 51.754,50 euro, mentre la restante spesa di 22.180,83 euro cade sotto la voce di minori spese».
Ricostruire la vicenda di come si sia arrivati a questo debito non è facile neppure per il sindaco, essendo lavori iniziati due amministrazioni fa e la ditta fallita nel corso dell’amministrazione precedente. «Ma il Comune – spiega il sindaco – i soldi per pagare la ditta Zambiasi li aveva. È mancata la presentazione dei necessari corrispettivi da parte del direttore lavori che tra l’altro non è stato toccato dalla sentenza. Senza un documento che attesti l’esecuzione dei lavori, gli uffici comunali non possono dare, e solitamente non danno, corso al saldo. È un iter burocratico semplice che andrebbe rispettato». Tutto risolto, dunque, anche perché l’Avvocatura distrettuale dello Stato di Trento, alla quale il Comune aveva affidato la propria difesa nella causa, sconsiglia di proporre appello avverso la sentenza in quanto «non sussistono i presupposti per l’utile impugnazione della sentenza apparendo la stessa correttamente motivata in fatto e diritto». «Ma vedremo – conclude Margon -, valuteremo anche con la Provincia se non sia il caso di muoversi contro il direttore lavori. Per il momento è ancora presto per dirlo».